Meghan, 22 anni, studia geografia ed è venuta da Leeds (“ho preso l’autobus stamattina alle 4”) per essere qui a Londra oggi e occupare con i suoi compagni di lotta ben cinque ponti del centro di Londra per protestare contro il cambiamento climatico. Siamo sul Waterloo bridge: è bloccato, i bus rossi della capitale sono fermi alle estremità vicino alle schiere di agenti di polizia e il traffico aumenta pesantemente. “Dovevamo farlo”, spiega Meghan, “oggi è il nostro giorno della ribellione. Non possiamo più restare a guardare il mondo morire, rischiamo l’estinzione”.

Il gruppo ambientalista cui fa parte Meghan si chiama Extinction rebellion, ed è una formazione piuttosto nuova, per alcuni radicale, che però ha il sostegno di un centinaio di importanti accademici britannici, tra cui l’ex arcivescovo di Canterbury (ossia il capo della chiesa anglicana) Rowan Williams. La manifestazione di oggi, a sorpresa, cui hanno partecipato “migliaia di persone” secondo le stime del Guardian, è arrivata dopo una settimana di azioni radicali del gruppo in nome dell’ambiente: mercoledi scorso, per esempio, alcuni attivisti di Extinction Rebellion si sono letteralmente incollati ai cancelli di Westminster contro il climate change. In tutto si parla di 50 fermati negli ultimi giorni.

Londra, in piazza la "Occupy verde": "Il mondo rischia l'estinzione"

Tra i vari punti del suo programma, Extinction Rebellion chiede “zero emissioni” in Regno Unito entro il 2025 e l’istituzione di “gruppi di cittadini” per discutere soluzioni contro il cambiamento climatico. Questo movimento somiglia molto ad Occupy Wall street: tantissimi giovani, ex hippie e vecchi attivisti, una struttura orizzontale, sentimento ambientalista ed egualitario e soprattutto strumenti di lotta quali l’occupazione. “È cosi, siamo simili a Occupy”, dice Clive, 84 anni, storico militante del partito verde, “sono qui perché abbiamo fatto troppo male a questo mondo”.

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“Extinction Rebellion a Leeds è nato tre settimane fa”, spiega Meghan, “e ora abbiamo già triplicato i membri”. Due ragazzi con cappellini di lana del secolo scorso iniziano a cantare alla folla leggendarie canzoni della contestazione di 50 anni fa, come We Shall Overcome e Where Have All The Flowers Gone di Pete Seeger. Vi ispirate dunque alla grande protesta degli anni 60-70? “Sicuramente sì, molti di noi poi hanno fatto ricerca accademica su quel periodo ed è sicuramente di ispirazione, soprattutto per quanto riguarda la filosofia della disobbeduenza. Ma ovviamente guardiamo anche al futuro. La nostra battaglia è solo iniziata. Ed è  straordinario”.