Il 15 maggio è il Giorno del Sovrasfruttamento ecologico della Terra per l’Italia: la resa dei conti con la nostra impronta ambientale è arrivata 9 giorni prima rispetto al 2018.
Articolo tratto da focus.it
C’è un appuntamento annuale a cui è bene presentarsi il più tardi possibile, e a cui l’Italia è arrivata in anticipo, 9 giorni prima dello scorso anno: è l’Overshoot Day, il giorno che segna il “tutto esaurito” per le risorse naturali a cui attingiamo a piene mani, e che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Per l’Italia è il 15 maggio 2019, cinque giorni dopo quello della media dei Paesi dell’Unione Europea, e circa due mesi e mezzo prima di quello “ufficiale” dell’intero Pianeta, che lo scorso anno è caduto l’1 agosto.
ALTRI DUE PIANETI. Se tutti i terrestri seguissero lo stile di vita e di consumi degli abitanti dell’Italia, avremmo bisogno di 2,72 Terre per soddisfare le nostre richieste di cibo, suolo per allevare bestiame e da edificare, riserve ittiche, foreste che assorbano le emissioni di CO2. Ben più delle 1,7 Terre che occorrerebbero all’umanità intera, che già vive a debito, “spendendo” risorse che non ha. Da oggi a fine anno vivremo utilizzando ricchezze naturali che gli ecosistemi non sono in grado di rigenerare in breve tempo, lasciando quindi una traccia evidente del nostro passaggio sul Pianeta.
RESOCONTO DI SPESA. La data dell’Overshoot Day viene calcolata dal Global Footprint Network confrontando l’impronta ecologica pro capite (in questo caso di ogni italiano), cioè i beni ecologici che servono per far fronte alle risorse naturali che consumiamo, con la biocapacità, intesa come la capacità della Terra di rigenerare le risorse naturali necessarie ogni anno per ogni suo abitante.
L’impronta ecologica “include le aree biologicamente produttive necessarie a produrre cibo, fibre e legname che la popolazione di quel paese consuma, ad assorbire i materiali di scarto (come le emissioni di CO2) prodotti per generare l’energia che un Paese utilizza e a sostentare le infrastrutture che il paese realizza” (Global Footprint Network).
UN POPOLO DI SPRECONI. L’impronta ecologica di un italiano, ossia l’area necessaria a provvedere a ciò che ciascuno di noi consuma, è di 4,4 ettari globali (gha), mentre la biocapacità, cioè l’area biologicamente attiva che realmente esiste in Italia per ogni cittadino, è di 0,9 gha. Siamo in deficit di 3,5 gha, e condividiamo l’Overshoot Day con la Francia; ma facciamo peggio di altri Paesi del Mediterraneo, come Spagna, Grecia e Portogallo, che arriveranno a questa scadenza il 28, il 20 e il 26 maggio rispettivamente (a questo linkpotete confrontare la domanda di risorse italiana con quella degli altri Paesi del mondo).
Storicamente, a incidere maggiormente sul nostro debito con il Pianeta sono i trasporti (energia/trasporti) e la produzione di cibo (alimentazione: allevamento, agricoltura, deforestazione). Lavorando su questi temi potremmo provare a spostare più in là questo ormai imprescindibile appuntamento sul calendario 2020. La parola d’ordine per tutti è dunque #MoveTheDate: un invito ad agire singolarmente e collettivamente per allontanare la data del “tutto esaurito” della Terra – e per incoraggiamento, ecco un inno appassionante e buono per i #FridaysForFuture.