Insostenibili e ingiusti: 29 Luglio è l’Overshoot Day 2019
di Michel Cardito
Il 29 Luglio è stato raggiunto l’Overshoot Day per il 2019.
Per quest’anno abbiamo consumato la biocapacità del sistema Terra con due giorni di anticipo rispetto al 2018, ed ogni anno – da cinquant’anni – questa data cade sempre prima ricordandoci la nostra insostenibilità.
L’Overshoot Day (giorno del sovrasfruttamento) rappresenta il giorno dell’anno nel quale i consumi annuali di risorse globali superano la capacità del sistema Terra di rinnovarle. Tra le variabili che vengono prese in considerazione dai ricercatori del gruppo del Global Footprint Network nel calcolo di questa data ci sono: la domanda di acqua, di cibo, di fibre, di legno e le risorse necessarie all’assorbimento di anidride carbonica prodotta.
Per poter definire la nostra impronta globale “sostenibile” questa data dovrebbe cadere il 31 Dicembre o i giorni successivi. L’ultimo anno nel quale si è verificata questa condizione di “sostenibilità” è stato il 1970, da allora ogni anno questa data cade sempre con più anticipo.
(quanto è la tua impronta ecologica? Cosa puoi fare per cambiarla? https://www.footprintcalculator.org/)
Nel 2019 è stato superato ogni record negativo mai registrato: l’Overshoot Day è stato il 29 Luglio, due giorni in meno rispetto al 2018. Questo significa che, simbolicamente, nei prossimi 155 giorni l’umanità vivrà a debito, consumando ogni giorno risorse destinate ad anni futuri e a future generazioni, come accade ormai da cinquant’anni.
Si stima che per poter sostenere i nostri consumi a livello globale avremmo bisogno di 1,75 pianeti Terra… ma ne abbiamo solo uno a disposizione e lo stiamo sovrasfruttando.
Questo vuol dire che il sistema è già attualmente insostenibile, eppure, essendo un sistema economico basato sulla crescita, l’imperativo è quello di crescere sempre ad ogni costo: consumare di più, produrre di più e, quindi, estrarre più risorse e produrre più rifiuti. Ma non può esistere una crescita infinita su di un pianeta finito.
Se non cominciamo a pensare ad un’economia diversa, che ponga al centro la qualità e il benessere anziché la quantità, presto vivremo direttamente le conseguenze di questa insostenibilità.
A questo proposito sono stati recentemente pubblicati due drammatici rapporti degli organismi scientifici delle Nazioni Unite riguardanti rispettivamente il sovvertimento climatico e la distruzione della biodiversità:
Nel 2018 il rapporto speciale dell’IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change ), dal titolo “Special Report: Global Warming of 1.5 ºC” , ha lanciato l’allarme ribadendo che gli impegni non vincolanti dell’accordo di Parigi non saranno sufficienti a fermare il surriscaldamento globale e che l’aumento di temperatura – anche solo di 1,5 °C – potrebbe comunque portare a conseguenze ecologiche drammatiche non prevedibili . A Febbraio di quest’anno è stato pubblicato il rapporto IPBES sulla Biodiversità in cui i ricercatori denunciavano la presenza di un declino ‘senza precedenti’ della biodiversità in natura, con tassi di estinzione delle specie in accelerazione, più di un milione di specie a rischio e una risposta globale definita ‘insufficiente’.
Di certo l’Overshoot Day mondiale è uno degli indicatori che ci dà il peso di questa nostra insostenibilità, ma sono i dati dei singoli paesi a darci realmente il quadro della situazione effettiva: Ad esempio l’Overshoot Day dell’Italia è stato il 15 Maggio, mentre quello degli Stati Uniti è stato il 15 Marzo; quello dell’Algeria sarà il 15 Settembre, mentre quello dell’Indonesia sarà il 18 Dicembre…
Troppo spesso siamo abituati a parlare di insostenibilità in maniera globale e questo crea la falsa percezione che tutti i paesi del mondo concorrano in modo simile a questa situazione. La realtà è molto diversa: ad esempio, se tutti vivessimo come la popolazione degli i Stati Uniti sarebbero necessari 5 pianeti Terra per sostenere i nostri consumi, mentre mediamente se fossimo tutti come gli europei avremmo bisogno di 2,8 pianeti Terra.
Appare subito evidente quanto non vi sia solamente un problema di insostenibilità ecologica ma anche di diseguaglianza e ingiustizia globale e transgenrezionale.
I paesi ad alto livello di consumo di risorse possono permettersi la propria insostenibilità grazie al fatto che altri paesi vivono al di sotto delle proprie possibilità, ad esempio se vivessimo tutti come la popolazione africana ci sarebbe bisogno solo 0,86 Pianeti Terra.
L’eccesso di utilizzo dei paesi ricchi avviene a scapito dei paesi meno ricchi, a cui viene permanentemente precluso l’accesso alle risorse e imposto uno stile di vita a minor impatto. È semplicistico quindi affermare che i paesi più poveri debbano trovare una propria via allo sviluppo sostenibile (cosa che sta già avvenendo), è invece imperativo che i paesi ricchi, che da un secolo stanno sovrasfruttando il pianeta, riducano drasticamente e rapidamente la loro impronta attraverso una riduzione selettiva e guidata dei propri consumi.
Noi siamo la generazione che dovrà essere protagonista di questo cambiamento, altrimenti condanneremo le prossime generazione a vivere in un ecosistema in cui la sopravvivenza della nostra specie sarà difficile se non impossibile.
Garantire il benessere e la felicità di ogni popolo, con un utilizzo di risorse equo e in equilibrio con l’ecosistema Terra, è la sfida più grande e più bella che ci attende.
Cominciamo quindi a cambiare il nostro stile di vita, i consumi nostra casa; contaminiamo la nostra famiglia, i nostri amici, le nostre comunità e le nostre città con una nuova idea di Mondo; alziamo la voce, partecipiamo ai movimenti mondiali e alla vita politica per fare in modo che tutti si sentano coinvolti da questa sfida.
Da questo dipende il nostro presente e il nostro futuro.
Fonti:
- quanto è la tua impronta ecologica? Cosa puoi fare per cambiarla? https://www.footprintcalculator.org/
- Earth Overshoot Day https://www.overshootday.org/
- Special Report Global Warming of 1.5 ºC IPCC 2018 https://www.ipcc.ch/sr15/
- Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services 2019 https://www.ipbes.net/global-assessment-report-biodiversity-ecosystem-services