Per cambiare il mondo occorre cambiare il punto di osservazione, ed agire di conseguenza.

da | 25 Set 2019

 

Il prossimo 27 settembre i nostri figli ci chiamano a fermarci e manifestare per proteggere il loro futuro.

A questo appello la politica risponde sempre nello stesso modo.

Emblematico è il contenuto, neppure tanto implicito, della dichiarazione firmata anche dal nostro Presidente Mattarella alla conferenza generale dell’ONU sul clima nella quale si pone al primo posto l’attenzione sul fatto che “La crisi climatica è una preoccupazione per tutti noi. Il cambiamento climatico è d’ostacolo all’economia globale.” per poi dire che efficaci misure per la lotta ai cambiamenti climatici […..] creeranno ulteriori benefici collaterali e nuove opportunità per le nostre economie e società.

Insomma come al solito economia e crescita al primo posto e solo dopo popoli e società.

Ma per fortuna anche i soggetti cui è affidato il compito di far girare l’economia e perseguire la crescita cominciano a rifiutare questo approccio.

Numerose imprese infatti in questa settimana stanno adottando iniziative che, inevitabilmente, ridurranno il loro fatturato, che probabilmente gli faranno perdere qualche cliente o qualche contratto, pur di attirare l’attenzione sulla necessità di un cambiamento veramente radicale nel modo di vivere e produrre di noi tutti, fino ad essere definite #gretine anche loro assieme a Greta Thunberg che nella stessa conferenza ha detto chiaramente “Siamo all’inizio di un’estinzione di massa e tutto ciò di cui parlate sono i soldi e le favole su una crescita economica?! Ma come osate? ”

Un elenco di queste imprese virtuose (anche se qualche dubbio che dietro alcune azioni ci sia sempre un po’ di greenwashing) è riportato in questo articolo

Fra queste iniziative, prevalentemente internazionali, si distingue quella nostrana di Banca Etica che arriva a pagare i propri dipendenti perché invece che stare in ufficio partecipino alle manifestazioni indette da FFF in tutta Italia

Insomma mentre la gran parte dei lavoratori italiani per partecipare alle manifestazioni locali dovranno aderire allo sciopero generale nazionale di tutte le categorie con conseguente decurtazione dello stipendio, per i dipendenti di Banca Etica il costo sarà assorbiti dal loro datore di lavoro.

Come Movimento per la Decrescita Felice vogliamo ringraziare pubblicamente Banca Etica e tutti gli imprenditori che vorranno seguire il suo esempio, tutti quegli imprenditori e quelle aziende che per dare evidenza della loro reale preoccupazione per il clima, invece che destinare soldi alla pubblicità “verde” vorranno autorizzare i propri dipendenti a lasciare il posto di lavoro senza dichiararsi in sciopero e quindi “pagandoli per andare a manifestare”, dimostrando che il 27 settembre per l’azienda è più importante proteggere il clima che produrre.

Il passo successivo? Il passo successivo sarebbe che i lavoratori invitati ad andare alla manifestazione invece che restare a lavorare decidessero di devolvere a qualche associazione impegnata sul tema del cambiamento climatico o a qualche progetto concreto che vada in quella direzione, la retribuzione guadagnata per quelle ore passate in piazza invece che in ufficio o in fabbrica.

Sarebbe veramente il segnale che i nostri figli aspettano, e che in tanti anni gli abbiamo negato: il segnale che siamo interessati al loro futuro almeno quanto lo siamo al nostro presente, dimostrando che è possibile cambiare il punto di osservazione, passando dal nostro al loro.