Porre domande intorno al tema del lavoro forse è già un modo per immaginare e creare mondi nuovi. I risultati del sondaggio del Movimento per la Decrescita Felice su occupazione e lavoro.
Quasi 500 risposte in meno di 2 mesi. Questo il primo risultato del sondaggio proposto dal Gruppo di Studio su Occupazione & Lavoro del Movimento per la Decrescita Felice, volto a verificare la percezione del ruolo del Lavoro Retribuito nella nostra società e che è stato presentato durante la II Festa Nazionale del movimento.
Il progetto è nato circa 2 anni fa quando, in occasione della discussione della Carta dei Valori del Movimento per la Decrescita Felice, ci si chiese come dover considerare il Lavoro, che per MDF è un diritto accanto ad altri diritti fondamentali: ma cosa si intende con questa parola? Solo il lavoro retribuito o anche quello gratuito, volontario, ecc.?
Il fatto è che nella nostra società consumistica l’unica modalità che si ritiene capace di produrre ricchezza è il lavoro retribuito. Sono misconosciute altre attività umane capaci di produrre valore ed anzi l’unico modo perchè una attività sia riconosciuta come “produttiva” è quella di “monetizzarla”. Così ad esempio al lavoro domestico svolto “per conto terzi” (cioè a fronte di un compenso in denaro) si riconosce il ruolo di “attività produttiva” mentre lo stesso lavoro, svolto in famiglia, è considerata un’attività solo “riproduttiva”.
La centralità del lavoro retribuito è considerata “non negoziabile” e quindi, pur di “creare lavoro”, si accetta di “mercificare” ogni attività umana, utile o dannosa, pur di trasformarla in lavoro retribuito.
Il circolo vizioso così si chiude: occorre lavoro retribuito e quindi occorre sviluppare attività produttive capaci di “offrire lavoro”, che poi necessariamente utilizzano risorse per produrre merci che inondano i mercati e la nostra vita, alimentando consumismo, inquinamento, ecc., generando così il vortice inarrestabile della crescita illimitata, in un pianeta limitato.
Per uscire da questo vortice perverso occorre quindi un cambiamento culturale, con una revisione del ruolo del lavoro retribuito, togliendogli “il centro della scena”.
Ma questo significa, a cascata, rivedere sostanzialmente il sistema formativo (oggi orientato a fornire competenze “utili al futuro lavorativo delle giovani generazioni”), il sistema fiscale (oggi tutto concentrato a favorire la creazione, o per lo meno evitare la perdita, di posti di lavoro) e tutte le altre tematiche che caratterizzano la nostra società (Comunità, Servizi Pubblici, Impresa, ecc…) per riorientare ciascuna in una direzione in cui il ruolo del lavoro retribuito sia meno centrale.
Nella nostra visione, essere un “instancabile lavoratore/trice che garantisce il reddito alla propria famiglia per consentire ai propri figli di godere di tutte le merci ed i servizi che il sistema economico mette a disposizione” non deve essere più importante dell’essere un “buon genitore che dedica molte ore al giorno a vivere con i propri figli supportandoli nella loro crescita interiore come buoni cittadini”.
Per verificare quanto ciò sia compatibile con la percezione attuale del lavoro retribuito, è stato quindi predisposto il sondaggio in questione, cui hanno risposto quasi esclusivamente attivisti o soggetti interessati alle proposte del pensiero decrescente, e da cui sono emersi risultati interessanti.
In primo luogo, come c’era da aspettarsi dato il campione, la quasi totalità dei partecipanti ha dichiarato di essere disponibile ad una riduzione del proprio reddito a fronte di un proporzionale aumento del tempo “liberato” dal lavoro retribuito.
(punteggio medio dei rispondenti: 1=Per niente d’accordo, 2=Poco d’accordo, 3=Abbastaza d’accordo, 4=Molto d’accordo, 5=assolutamente d’accordo)
Analogamente non stupisce anche che tra gli scopi delle imprese ai primi posti troviamo la considerazione che l’impresa dovrebbe avere verso i lavoratori, i fornitori e la comunità. Comunque più della metà dei partecipanti al sondaggio ritiene che uno scopo prioritario dell’impresa è quello di creare lavoro. Il che è in linea con la comune percezione della centralità del ruolo del lavoro retribuito e della necessità che tutto ruoti attorno ad esso.
(punteggio medio dei rispondenti: 1=Per niente d’accordo, 2=Poco d’accordo, 3=Abbastaza d’accordo, 4=Molto d’accordo, 5=assolutamente d’accordo)
Anche rispetto al sistema formativo pur essendo ancora ritenuto molto importante che esso debba “fornire strumenti utili alla futura attività lavorativa”, si rileva che allo stesso livello troviamo voci quali “promuovere attività di servizio civile / volontariato” e “far sperimentare l’autoproduzione”.
(punteggio medio dei rispondenti: 1=Per niente d’accordo, 2=Poco d’accordo, 3=Abbastaza d’accordo, 4=Molto d’accordo, 5=assolutamente d’accordo)
I risultati del sondaggio, che non ha alcuna pretesa di avere valore di indagine statistica, rivelano dunque che è possibile affrontare la questione del ruolo del lavoro retribuito in modo sistemico, ma anche che c’è ancora molto da fare per diffondere una visione come quella proposta dal Movimento per la Decrescita Felice nella nostra società. Ma noi restiamo convinti che senza questo cambiamento culturale non sarà possibile innescare il processo che ci porti fuori dal dominio della crescita infinita.
Il gruppo di studio proseguirà quindi il proprio impegno in questa direzione, sperando di poter contare sul contributo di altri esperti e studiosi della materia, per sostanziare con approfondimenti scientifici la validità di questa proposta.
Chi volesse approfondire può autonomamente consultare tutti i risultati del sondaggio QUI.
Chi volesse entrare a far parte del gruppo di studio può scrivere a info@decrescitafelice.it.
Il sondaggio resterà aperto fino a fine anno. Fiduciosi di riuscire a raggiungere la soglia dei 1000 partecipanti. Per partecipare basta seguire questo link.
Altri risultati del sondaggio: