L’economia dell’abbastanza

da | 16 Lug 2020

A cura del Gruppo Tematico Decrescita & Economia MDF (*)

La crescita economica è sempre una buona cosa?

Perché le persone in paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito non sono più felici o non lavorano meno ore oggi rispetto al 1950, mentre invece il PIL è triplicato nello stesso periodo?

A queste ed altre domande risponde questo TED di Dan O’Neill[1], che fa riflettere, espone le insidie della crescita economica e accenna a modi alternativi per misurare il progresso.

 

Nel video che proponiamo oggi è stato pubblicato oltre 6 anni fa, e lo diffondiamo perché aiuta a prendere ancora una volta consapevolezza del fatto che oramai si produce per creare lavoro e si crea lavoro per poter avere il reddito necessario a consumare ciò che si produce. Indipendentemente da cosa si produce e, soprattutto, quali distruzioni da quella produzione conseguono. Ma soprattutto indipendentemente dal fatto che quella produzione (e quel lavoro necessario per quella produzione) facciano aumentare il benessere almeno di qualcuno. Si perché in molti casi non fanno aumentare il benessere di nessuno. E’ il caso ad esempio di chi chiede a gran voce di fermare lo smart working per il solo fatto che se i lavoratori stanno a casa non fanno la pausa pranzo nei bar del centro.

Certo, nel modello attuale, il mancato consumo di quei pasti fuori casa provoca il “malessere” dei lavoratori dei fastfood, che rischiano di perdere il lavoro e quindi il reddito che a loro volta serve per andare a mangiare la pizza la sera. Ma siamo sicuri che in un mondo diverso in cui gli smartworker dividano il loro lavoro (ed il relativo reddito) con gli exlavoratori dei fastfood non staremmo tutti meglio?

Per fortuna qualche voce fuori dal coro c’è. Come quella della Sindaca di Torino che auspica che proprio lo smart working sia una strada per rivedere completamente il nostro modello sociale ed economico, auspicando che “il tempo risparmiato non sia una scusa per vincolare ad altro lavoro, ma possa essere tempo dedicato a se stessi e alla propria famiglia”.

Ma evidentemente questo mondo diverso spaventa qualcuno, se è vero come è vero che la prima notizia si trovi su un giornale che ha una tiratura enormemente maggiore di quella della seconda notizia.

 

Buona visione.

 

[1] Dan O’Neill è docente di economia ecologica all’Università di Leeds e capo economista del Center for the Advancement of the Steady State Economy (CASSE). Il suo lavoro si concentra sui cambiamenti che sarebbero necessari per realizzare un’economia prospera anche se non in crescita e sui modi alternativi per misurare il progresso oltre al PIL.

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(*) Gruppo Tematico Decrescita ed Economia MDF

Il Gruppo Tematico è nato nel giugno 2015 allo scopo di affrontare il rapporto tra Decrescita ed Economia in modo sistematico, sia a livello microeconomico (proposte economiche in ambiti specifici) che a livello macroeconomico (definizione dei parametri che possono caratterizzare uno scenario economico con un impatto ecologico sostenibile).

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