Alla camera la discussione sul disegno di legge contro autovelox, limiti di velocità e piste ciclabili entra nel vivo. Segnaliamo appunto questo articolo apparso il 13 Marzo su Il Manifesto che riassume in modo abbastanza chiaro le proposte di questo ddl.
Questi cambiamenti già definiti “Codice della Strage” non solo aumentano il rischio di morire in strada, ma riducono anche le possibilità di una transizione ecologica per quanto riguarda la mobilità. Infatti ,sarebbero un freno alla ciclabilità e al ridurre lo spazio alle auto. Sono una vera e propria mossa per garantire l’autocentrismo. La peggior cosa che si possa fare in questo momento storico. Già ad Agosto dello scorso Karl Krahmer, co-presidente di MDF aveva appunto scritto della violenza strutturale della “società dell’auto”. Queste nuove proposte ne sono un’altra riconferma. Riprendendo un passaggio dell’articolo di Karl:
“L’auto produce morte, ma la sua violenza strutturale va oltre la morte che produce. La violenza strutturale è una forma di violenza che non emana direttamente da un atto specifico ma nasce piuttosto dall’organizzazione sociale in cui ci troviamo, dalle ingiustizie e disuguaglianze della società con le conseguenze più varie (https://www.google.com/url?sa=t&rc). E così accade per una società focalizzata sull’auto. Nella società dell’auto, l’onnipresenza dell’automobile, non scelta da nessuno nello specifico, è uno strumento di oppressione sui nostri corpi che limita la nostra libertà tutti i giorni. La libertà di chi non la usa ma veramente anche di chi la usa. Limita la libertà di usufruire dei nostri spazi pubblici nelle città serenamente, la nostra libertà di respirare aria pulita, la nostra libertà (e quella di altre e altri nel resto del mondo) di godere di un ambiente sano e ovviamente questi impatti sono socialmente molto iniquamente distribuiti, come ci permette di analizzare una lente di osservazione femminista.
Una sconfitta per le autonomie locali
Queste misure sarebbero anche una sconfitta anche per le autonomie locali. Infatti ridurrebbero la possibilità per i comuni di introdurre la “zona 30”. Renderebbero anche più difficile creare percorsi sicuri per le biciclette e ridurrebbero la possibilità di installare autovelox. È assurdo il fatto che questo governo sembri considerare gli autovelox un fastidio per gli automobilisti e non uno strumento per garantire la sicurezza delle persone.
Andare contro autovelox, limiti di velocità e piste ciclabili:
- è una mossa per garantire l’autocentrismo storico
- è l’assurdità di limitare le autonomie locali, intese come comunità finalizzate al benessere e alla tutela della loro popolazione.