BREVE RESOCONTO COP 22
Tra il 18 e il 19 novembre si è conclusa l’edizione del 2016 dell’incontro tra i governi del mondo riguardante i cambiamenti climatici. I rappresentanti dei 193 paesi presenti , di cui 111 hanno ratificato l’accordo di Parigi 2015, hanno concluso i lavori con un bilancio tutto sommato soddisfacente. Le direzioni prese potevano certamente essere più incisive, ma perlomeno il percorso di avanzamento degli accordi non si è arrestato.
Tra le varie decisioni che sono state approvate al termine della Cop 22 di Marrakech, ne dobbiamo registrare una particolarmente importante, ovvero l’obbligo per gli Stati coinvolti di fare il punto sulle proprie emissioni di CO2 già il prossimo anno e non più entro il 2020 come preventivato a Parigi. Ciò consentirà di rivedere le promesse di riduzione della CO2 emessa in atmosfera entro il 2018.
Nel 2018 l’Ipcc, (Intergovernmental panel on climate change) rilascerà un nuovo rapporto in cui sarà descritto cosa fare per limitare l’aumento della temperatura media globale entro fine secolo a un massimo di 1,5 gradi, rispetto all’era pre-industriale.
Ciò significa che a livello politico dovrà esserci una nuova e più vigorosa presa d’atto della situazione, per ri-direzionare ancor di più verso il basso le emissioni di gas serra . Ai ritmi di emissione attuali l’innalzamento di 3 gradi della temperatura terrestre, (sconvolgente dal punto di vista climatico) è sostanzialmente una certezza che siamo tecnicamente ancora in grado di evitare a patto di agire con estrema rapidità e in modo radicale. Abbiamo tardato talmente tanto le azioni che da compiere che oggi ci troviamo nella condizione che anche compiendole potrebbe non bastare per evitare la catastrofe climatica.
Purtroppo in ambito agricolo non si sono fatti passi in avanti. Stiamo parlando di un settore che oltre ad incidere fortemente sui cambiamenti climatici è anche uno dei primi a subirli, senza contare il fatto che si tratta del settore produttivo che alimenta il mondo. Uno dei problemi più grandi riguarda il fatto che gli ambienti agricoli più fragili del mondo presenti per la maggior parte nell’emisfero sud dovrebbero ricevere degli aiuti per provare a rispondere ai grandi cambianti già in atto. E’ necessario un riequilibrio tra le risorse destinate alla mitigazione dei cambiamenti climatici e quelle impiegate per le politiche di adattamento. Ad oggi appena il 20 per cento dei fondi stanziati è destinato a quest’ultimo tipo di azioni.
L’aspetto dei finanziamenti è stato uno dei più importanti discussi all’interno della Cop 22, ma purtroppo non ci sono stati risultati incoraggianti al riguardo. Solo Germania, Italia, Svezia e Belgio,hanno promesso lo stanziamento di 81 milioni di dollari, mentre quasi la totalità dei paesi sviluppati non è riuscita ad arrivare all’incontro con una proposta economica concreta.