I maschi hanno paura di diventare vegetariani

da | 11 Giu 2012

Il mito della carne è duro a morire, soprattutto nella popolazione maschile. Uno studio condotto da Paul Rozin (University of Pennsylvania), Julia M. Hormes (Louisiana State University), Myles S. Faith (University of North Carolina, Chapel Hill), and Brian Wansink (Cornell University) ha voluto indagare sui motivi che inducono i maschi a nutrire resistenze verso la dieta vegetariana.

Il punto riguarda la percezione del carattere maschile: nell’immaginario comune il consumo di carne è associato all’idea di maschilità: gli uomini vegetariani vengono considerati meno “mascolini” dagli uomini carnivori. Forse sarebbe interessante capire cosa ne pensano le donne, ma di questo gli autori non si sono occupati.

La maggior parte degli studi si è concentrata negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, gli scienziati però hanno analizzato 23 diversi lingue che, al contrario dell’ inglese, usano pronomi di genere. E a quanto risulta la maggior parte delle locuzioni che indicano la carne sono correlate al genere maschile.

La carne secondo la mentalità comune è considerata l’alimento macho per eccellenza, fedele alla tradizione e all’idea di forza. Potremmo non essere d’accordo con queste interpretazioni, ma lo studio ci aiuta a capire che un certo tipo di comunicazione sulla necessità di consumare più proteine vegetali al posto della carne non funziona. Spesso a condizionare l’inconscio è proprio il contesto in cui si celebra il rito, come ad esempio l’uso della griglia. Se ai derivati dalla soia viene data la forma di un preparato alla griglia secondo i ricercatori si aiuterebbero i maschi più riluttanti ad accettare il cibo vegetariano. Le metafore, anche nel campo dell’alimentazione, sono fondamentali.

Ma forse i maschi dovrebbero avere anche l’umiltà di informarsi di più sui rischi correlati al consumo eccessivo di carne. E sui vantaggi di una dieta vegetariana. Lo scorso febbraio 2012 sulla rivista scientifica “Nutrition Journal” è comparso uno studio pilota (Bonnie L Beezhold, Carol S Johnston, Restriction of meat, fish, and poultry in omnivores improves mood: A pilot randomized controlled trial) il cui risultato potrebbe essere incoraggiante:  “La diminuzione dei consumi di carne, pesce e pollame negli onnivori migliora l’umore”. E il buon umore forse è più importante del proprio orgoglio maschile.

Fonte: Aam Terra Nuova