di Michel Cardito, co-presidente del Movimento per la Decrescita Felice
Dopo giorni intensi di confronti e di scontri, di stimoli da persone meravigliose e non, di visioni di paesaggi stupendi e di devastazioni ambientali… dopo aver pedalato in salita, fatto volare i pensieri in bicicletta, aiutato persone in difficoltà, vissuto spazi di confronto e di crescita…. Torno a casa con la conferma che il mondo può essere cambiato in meglio e che a farlo saranno proprio le generazioni che lo stanno abitando.
Da attivista spesso rifletto su quale possa essere il modo migliore per generare il cambiamento, quali le chiavi, quali i processi, quali i movimenti necessari. Questo viaggio mi ha aiutato a mettere in fila i pensieri:
De-costruire
De-Costruire è il movimento più lento e complesso.
Capitalismo, Dominio, Antropocentirsmo, Consumismo, Individualismo, Imperialismo, Razzismo, Patriarcato, Eteronormatività, Gerontocrazia…
È l’arte che deve apprendere chi vuole mettere in discussione questo mondo.
Re-immaginare
Re-immaginare è il movimento più divertente e creativo, che richiede allo stesso tempo competenza, conoscenza e visone sistemica.
È l’arte delle generazioni che dialogano tra loro.
Praticare
Praticare è il movimento più importante, è il movimento imprescindibile. Praticare vuol dire porre il dubbio su ogni nostra abitudine personale e collettiva creandone di nuove. Non c’è cambiamento culturale senza cambiamento delle pratiche. Le pratiche risignificano la nostra esperienza del mondo. Praticare vuol dire cambiare il mondo qui e ora. Vuol dire non vedere distinzione tra mezzo e fine. Praticare è l’arte dei cambia-mondo e noi siamo qui per questo!