CAGGIANO (SA). Arte e Natura. La vitalità del decrescere.
Un convegno a Caggiano tra Arte e Natura: la vitalità del decrescere. Là dove fiorisce il meno. Tre giorni di dialoghi sull’arte con l’Associazione per la Decrescita per riscoprire il legame perduto con la natura e reincantare il mondo. Filosofi, artisti e attivisti a confronto: dal Medioevo iconoclasta alle comunità del futuro, l’arte come bussola per abitare diversamente il pianeta.
Caggiano, antico borgo dell’entroterra campano, accoglierà studiosi, artisti e attivisti in un incontro dal titolo evocativo: “Arte e Natura. La vitalità del decrescere”.
Dal 24 al 26 ottobre, il paese si trasformerà in un laboratorio diffuso di idee e visioni dove l’arte verrà chiamata a interrogare il presente e a immaginare il futuro, con la collaborazione dell’Associazione per la Decrescita composta di filosofi, artisti e attivisti che indicano nella trasformazione dell’immaginario l’unico strumento idoneo ad attuare cambiamenti positivi e necessari. Lo stesso linguaggio ha un ruolo importante nelle scelte individuali e collettive al punto che il nome stesso dell’associazione ha la funzione di una profonda riflessione su cosa è realmente importante nell’esistente. Il convegno intende ribadire che la parola-azione “Decrescita”, lungi dall’essere una rinuncia, rappresenta invece un’opportunità concreta per ricomporre un equilibrio smarrito tra individuo, società e ambiente.
Venerdì 24 ottobre – La diagnosi di uno “strappo”
La giornata inaugurale avrà il tono della diagnosi: ovvero verranno presentate diverse ricerche sull’arte passata e presente per capire quando e come si è consumata la frattura tra uomo e natura, e come la cultura abbia accompagnato – spesso alimentato – questa separazione.
Ada Lombardi (Accademia di Belle Arti di Roma) guiderà il pubblico in un viaggio nel Medioevo iconoclasta, epoca in cui la rappresentazione del divino e del naturale veniva sottoposta a tensioni e divieti, rivelando così la difficoltà di conciliare immagine e vita, uomo e natura. Illustrando quindi il momento catartico dove è avvenuto quello strappo tra uomo e natura, che ha determinato, prima nel pensiero poi nel quotidiano, l’allontanamento graduale dell’umanità dal reale-naturale del pianeta.
A seguire, l’artista Maurizio Elettrico porrà al centro l’opera di Luca Signorelli, rileggendola come snodo cruciale per comprendere il modo in cui il Rinascimento ha re-interpretato la relazione tra uomo e natura, tra visione umanistica e dimensione cosmica, tentando un riavvicinamento grazie alla riscoperta dell’antico nonostante l’avvento contrastante dei poteri centrali europei.
Il discorso si sposterà poi nel contemporaneo, su terreni più radicali, con Isabella Morra (Fondazione Morra) che ripercorrerà l’universo di Hermann Nitsch, dove l’arte si misura con la vitalità stessa della natura, spesso in forme estreme e perturbanti, e riportando nel presente la memoria dell’era antica e classica, dove sia l’arte che il quotidiano erano invece più a stretto contatto con la natura.
Infine, Rossana Suriano (Fondazione Morra) rifletterà sul Living Theatre, chiedendosi se l’esperienza della storica compagnia teatrale possa essere letta oggi come una forma di eco-comunità.
A fare da filo conduttore, Dalma Domeneghini dell’Associazione per la Decrescita introdurrà i lavori, offrendo al pubblico chiavi di lettura per orientarsi in questo percorso tra epoche e linguaggi.
Sabato 25 ottobre – Reincantare il mondo
Se il primo giorno sarà quello della diagnosi, il secondo rappresenterà il tempo della visione. La domanda che guiderà gli interventi sarà chiara: come immaginare un futuro capace di armonia, sostenibile sul piano sociale ed ecologico? E ancora: quali sono le necessarie premesse ad una trasformazione dell’immaginario che ci consenta di muovere verso una società del ben vivere, sostenibile sul piano sociale ed ecologico e in armonia con la natura? Questa seconda giornata sarà curata dall’Associazione per la Decrescita con l’obiettivo di illustrare i motivi per cui la relazione tra arte e decrescita è così importante e indagarne alcune specificità, come la questione dei limiti e il tema della valorizzazione delle comunità. I relatori offriranno esempi e suggerimenti di pratiche che i protagonisti di una volontà di cambiamento hanno innestato, creando rapporti con il territorio e dando voce alle individualità e potenzialità del territorio stesso, con una mescolanza di antico e di contemporaneo che riesce a mettere in gioco i caratteri di una possibile nuova comunità. Una nuova comunità che potrebbe delineare un uomo del futuro volenteroso di vivere in maniera creativa e diversa, rispettosa del proprio territorio, condividendolo (e non depredandolo) con le altre specie viventi, per goderne insieme alla natura stessa, intesa come fonte di risorse più spirituali che energetiche.
Mauro Bonaiuti (Università di Torino, Associazione per la Decrescita) parlerà di decrescita e arte come strumenti per un “reincanto del mondo”, restituendo alla realtà una dimensione simbolica e sensibile che la modernità sembra aver smarrito.
Saverio Marchignoli (Università di Bologna) apporterà una prospettiva interculturale, attingendo alla tradizione indiana per riflettere su mito, contemplazione e finzione come strumenti essenziali per un’estetica che abbia la finalità di ricostruire un legame con l’essere, e un rapporto etico con ciò che lo circonda.
Con Salvatore Esposito (Scuola di Economia Trasformativa) il discorso si farà concreto: poiché lo studioso porrà al centro il ruolo delle comunità territoriali trasformative, e soprattutto la loro funzione educativa e pedagogica; veri laboratori di futuro in cui pratiche sociali ed economiche innovative cercano di dare risposte alla crisi del presente.
Serena De Dominicis (Centro Studi Mafai Raphaël, Roma) invece porterà l’attenzione sulla ricerca artistica contemporanea che, sensibile alle problematiche ecologiche e ambientali, si pone in dialogo con il pensiero decrescente.
Il pomeriggio offrirà una parentesi immersiva: Maurizio Elettrico presenterà il suo Hortus Inconclusus, un progetto che intreccia natura e creazione artistica come spazio mai finito, sempre aperto a nuove germinazioni. Un giardino concepito come una Wunderkammer vegetale di fronte al castello di Caggiano.
A chiudere, la musica: Walter Branchi introdurrà la sua idea di “musica integrata”, coinvolgendo il pubblico in un ascolto collettivo che renderà tangibile la possibilità di percepire l’arte come esperienza condivisa e vitale.
Domenica 26 ottobre – Verso una nuova comunità: un borgo come specchio del futuro
L’ultima giornata sarà dedicata alla sintesi e al confronto. Una tavola rotonda raccoglierà istituzioni, relatori e organizzatori con l’obiettivo di fissare in un documento finale i punti emersi a partire dalle riflessioni sul bisogno di riscoprire il rapporto con la natura, sulla centralità delle comunità locali, sul ruolo dell’arte come strumento di comprensione e di trasformazione.
Il convegno non si limiterà a mettere a confronto idee e visioni, ma trasformerà Caggiano in un microcosmo sperimentale. Lì, dove il passato convive con il presente nelle architetture e nelle consuetudini, si tenterà di immaginare come il vivere possa essere orientato alla qualità e non alla quantità, verso un “meno ma meglio” che non impoverisce, ma arricchisce.
In questo senso, Arte e Natura. La vitalità del decrescere non sarà solo un incontro di studio, ma anche un’esperienza collettiva: una chiamata a riconsiderare i nostri modi di abitare il mondo, a intrecciare estetica ed etica, creatività e cura, memoria e futuro.