A volte ritornano. Il fenomeno è sotto osservazione, in tutto il mondo, da parte degli studiosi: cresce la voglia di paternità, di esserci in casa a esercitare il proprio ruolo, e aumentano i distacchi dal lavoro per dedicarsi ai figli. Un mio amico, stakanovista puro e appassionato della propria attività, si è concesso un periodo di congedo parentale in occasione della nascita del secondo figlio. È felice, segue il suo bambino in tutti i passaggi e non si sente degradato al ruolo di “mammo”. Purtroppo sono ancora pochi in Italia i padri che hanno fatto questa scelta, ma stanno crescendo anche grazie a leggi più favorevoli: secondo l’Istat siamo a quota 8 per cento dei padri. La strada è ancora lunga, se pensiamo, per fare un confronto, che in Germania un padre su quattro ha scelto questo strumento per tornare a casa e pensare ai propri figli
CONGEDO DAL LAVORO PER PATERNITÀ –
«I padri devono essere consapevoli del loro valore e questo valore deve essere riconosciuto dalle politiche sociali, perché abbiamo ovunque bisogno di un nuovo modello di paternità» spiega Paul Raeburn, professore al Mit di Boston, e autore di un libro che sta facendo molto discutere in America, I padri contano? Quello che la scienza ci dice sul genitore che abbiamo trascurato. Il punto di partenza della ricerca di Raeburn è che siamo entrati in una nuova fase degli equilibri familiari: dopo decenni di eclissi del padre e di perdita di questa funzione, a fronte di madri sempre più impegnate anche sul lavoro, adesso sono loro, i padri, a tornare a casa. E la scienza conforta questa scelta. Per esempio: già durante la gravidanza il padre stabilisce un forte legame con il nascituro perché attraversa dei veri e propri cambiamenti ormonali. Diminuisce il livello di testosterone, l’ormone della virilità, mentre aumenta la prolattina, l’ormone associato nelle donne durante l’allattamento. Insomma, è già nel corpo, e nella natura, la preparazione del padre alla propria funzione. E nei primi anni di vita, altra scoperta delle ricerche scientifiche, il suo modo di giocare con i figli, più fisico e più legato al movimento, è determinante a incoraggiarli a esplorare il mondo e ad allevarli alle sfide e alla competizione. E ancora: quanto più tempo i padri passano con i figli, tanto più in fretta i bambini imparano a parlare e migliorano la loro proprietà di linguaggio.
DADDY BLOGGER –
Il ritorno del padre è un fenomeno che si percepisce anche attraverso il web. All’insegna del nuovo ruolo, o meglio del ritorno al vecchio ruolo, fioriscono i “daddy blogger”, una moda nata in America e sbarcata anche in Italia. Sono dei veri e propri diari, dove si raccontano le esperienze quotidiane di un padre. Tra i più seguiti in Italia ci sono il blog di Davide Nonino, www.quantestoriepapa.it , quello di Dario De Marco,www.solopapa.wordpress.com e l’esperienza del congedo parentale raccontata del blogwww.congedoparentale.blogspot.it di Stefano Dell’Orto.
Fonte: Nonsprecare.it