Un clima pesante per l’agro-business

da | 14 Set 2015

Il sistema alimentare globale imposto dalle imprese transnazionali è una delle prime cause della crisi climatica indotta dall’uomo, un sistema dipendente dai combustibili fossili utilizzati per la produzione, la trasformazione e il trasporto degli alimenti che è responsabile di quasi la metà delle emissioni planetarie di gas serra. Quel sistema produce fame e obesità, accaparramento di terre ed espulsioni dalle campagne ma anche una crisi climatica su cui le imprese sperano di lucrare ancora con soluzioni finte ma redditizie vendute alle istituzioni e all’opinione pubblica mondiale. Via Campesina, il più grande movimento di piccoli coltivatori del mondo, sostiene che è la sovranità alimentare – basata sull’agro-ecologia contadina, le conoscenze tradizionali, la selezione, il salvataggio e la condivisione di semi adottivi locali, e il controllo sulle terre, la biodiversità, le acque, e i territori – la vera soluzione. In vista della Conferenza delle Parti (COP 21), che comincia a fine novembre a Parigi, chiama alla mobilitazione i movimenti sociali, le organizzazioni popolari e la società civile di ogni parte del mondo per opporsi alle false e rovinose soluzioni proposte dalle multinazionali

L’agricoltura familiare in Brasile

 di Via Campesina

Calamità climatiche hanno nuovamente causato quest’anno molta fame, migrazioni e il peggioramento delle condizioni di vita di milioni di famiglie rurali, in particolare delle donne e dei giovani. Mentre i piccoli agricoltori di tutto il mondo continuano a produrre il cibo consumato dalla maggior parte delle persone, i ghiacciai si stanno sciogliendo a un ritmo allarmante, stanno scomparendo ogni giorno molte specie di piante e animali, isole e nazioni vengono invase dagli oceani, i suoli si stanno erodendo e i boschi incendiando, e eventi catastrofici come uragani, tornado, terremoti e tsunami sono sempre all’ordine del giorno.

Nel frattempo, il sistema alimentare globale imposto dalle società transnazionali (TNC) è stato un fallimento totale ed è una delle principali cause della crisi climatica indotta dall’uomo, sistema alimentare dipendente dai combustibili fossili utilizzati per la produzione, trasformazione e trasporto degli alimenti e che è responsabile del 44-57% di tutte le emissioni globali di gas serra (NOTA 1).

Invece di offrire cibo nutriente alla popolazione mondiale, le multinazionali hanno prodotto fame e obesità, accaparramento di terre e espulsioni dalle campagne, e una crisi climatica su cui ora sperano di lucrare con false soluzioni vendute allONU.

Una ventina di anni dopo Rio (’92) e Kyoto (’97), i governi si sono incontrati più volte nella Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici). Hanno continuato a fallire nel proteggere e far progredire i più fondamentali diritti umani – compreso il diritto all’alimentazione – inviando ai colloqui sul clima delegazioni che davano priorità agli interessi privati rispetto al benessere pubblico.

Gli accordi e le trattative precedenti sono andati a trasformarsi da accordi obbligatori o vincolanti in semplici impegni, mai mantenuti.

Allo stesso tempo, le multinazionali hanno assicurato il sostegno politico dei governi da loro cooptati per imporre i loro interessi dentro le strategie di base di questi accordi. I mercati del carbonio, i cosiddetti “Meccanismi di sviluppo pulito” (CDM), REDD e REDD +, le bioenergie e gli agrocarburanti, così come i pacchetti dell’agrobusiness chiamati “agricoltura clima-smart”, sono solo alcune delle proposte fuorvianti ora sul tavolo.

Invece di risolvere il problema, queste false soluzioni servono solo a peggiorarlo. Invece di limitare le emissioni, hanno creato mercati artificiali e opportunità per i più grandi inquinatori di continuare a inquinare e fare ben poco per ridurre gli effetti sui cambiamenti del clima.

Nel sostenere gli interessi del capitalismo e la privatizzazione della natura, le multinazionali stanno mettendo in pericolo sempre più grande la vita della gente comune, dei piccoli agricoltori, contadini e delle comunità indigene – che dipendono dalla natura per la loro esistenza.

Quando si parla di cibo, agricoltura, e mezzi di sussistenza rurali, bisogna ricordare che l’agricoltura contadina e i sistemi alimentari locali si sono dimostrati in grado di sfamare la popolazione da secoli. Secondo il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, la FAO e il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo, i piccoli agricoltori ancora oggi producono fino al 80% del cibo nei paesi non industrializzati (dove vive la maggior parte della popolazione mondiale).

È per questo che noi di Via Campesina dichiariamo ancora una volta che la Sovranità Alimentare – basata sull’ agroecologia contadina, le conoscenze tradizionali, la selezione, il salvataggio e la condivisione di semi adottivi locali, e il controllo sulle nostre terre, la biodiversità, le acque, e territori – è la vera, valida , e giusta soluzione a una crisi climatica globale causata in gran parte dalle multinazionali.

Per implementare la Sovranità Alimentare, però, abbiamo bisogno di un cambiamento di vasta portata. Tra le altre cose, abbiamo bisogno di riforme agrarie globali, di appalti pubblici per la produzione contadina, e della fine dei distruttivi Trattati di libero Commercio (FTA o TLC) promossi dalle multinazionali.

In breve, abbiamo bisogno di giustizia – sociale, economica, politica, e di giustizia climatica.

Da COP21 – in programma dal 30 novembre al 11 dicembre a Parigi, Francia – promettono che si uscirà finalmente con un “accordo universale e giuridicamente vincolante” .

Noi di Via Campesina, che rappresentiamo circa 200 milioni di agricoltori in più di 150 organizzazioni contadine, chiediamo ai governi a dare priorità ai bisogni delle persone sugli interessi corporativi e di accettare soluzioni climatiche reali – inclusi i sistemi contadini di produzione alimentari, che raffreddano il pianeta – quando si incontreranno al COP21 .

Le soluzioni delle multinazionali sono false soluzioni, e non risolveranno la crisi climatica. Le nostre soluzioni sono soluzioni reali, e dovrebbero avere la priorità da parte delle Nazioni Unite. Per garantire che la nostra voce venga ascoltata, saremo mobilitati a fianco di milioni di migranti, contadini, operai, donne, giovani, studenti e attivisti per la giustizia climatica che si prevede saranno nelle strade di Parigi.

Facciamo appello a tutti i movimenti sociali, alle organizzazioni popolari, della società civile e agli attivisti provenienti da tutto il mondo a mobilitarsi per il COP21, a venire a Parigi in gran numero e anche con azioni decentrate, per far progredire le nostre proposte e dimostrare la nostra opposizione alle false soluzioni che le multinazionali hanno inserito nella Convenzione UNFCCC.

I governi e le delegazioni hanno già perso troppo tempo, e devono ora soddisfare le esigenze e le aspettative della gente di tutto il mondo.

Ora è il momento per le vere soluzioni, per la Sovranità Alimentare, e per porre fine al sequestro dell’UNFCCC da parte delle multinazionali .

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Date importanti da ricordare : 

[Novembre 28-/29] Inizio della Mobilitazione di massa per la Giustizia Climatica;

[Novembre 29] Mobilizzazioni Globali Decentrate per la Giustizia Climatica ;

[Decembre 5/6] Villaggio Globale / Fiera Alternativa Popolare;

[Decembre 9] “Giornata dell’Agricoltura Contadina e della Sovranità Alimentare”;

[Decembre 12] “L’Ultima Parola” Mobilitazione di massa per la Giustizia Climatica .

La sovranità alimentare è la vera soluzione alla CRISI CLIMATICA GLOBALE

L’AGROECOLOGIA CONTADINA ALIMENTA IL MONDO E RAFFREDDA LA TERRA

LA GIUSTIZIA CLIMATICA INCLUDE I MIGRANTI, I GIOVANI E LE DONNE

Contatti:

[Francese ] Josie Riffaud / josieriffaud@yahoo.fr / 33.5.56.23.65.09 / Confédération Paysanne (France), LVC International Environmental and Climate Justice Collective;

[Spagnolo] Edgardo Garcia / edgardogarcia2007@yahoo.es / 505.888.72973 / Asociación de Trabajadores del Campo (Nicaragua), LVC International Climate and Environmental Justice Collective;

[Inglese e Spagnolo] Carlos Marentes / cmarentess@gmail.com / 1.915.873.8933 / Border Farm Workers Project – Unión de Trabajadores Agricolas Fronterizos (U.S.A.), LVC International Climate and Environmental Justice Collective.

NOTE

1 [https://www.grain.org/article/entries/4357-food-and-climate-change-the-forgotten-link]

La Vía Campesina via-info-en@viacampesina.org

Traduzione di Antonio Lupo del Comitato Amig@s del Mst Italia

FONTE: Comune.info