I fatti degli ultimi giorni ci hanno fatto ritenere di ribadire il nostro appoggio alla protesta contro la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione.
Il circolo MDF di Torino, attraverso alcuni dei suoi soci, è rimasto domenica notte al presidio della Maddalena fino a che i lacrimogeni lo hanno permesso, ma già nel passato non aveva fatto mancare il suo apporto, nella manifestazione del 23 gennaio 2010 a Susa, in alcune serate trascorse al presidio di Sant’Antonino di Susa e nell’organizzazione di una conferenza dal titolo “DecresciTav” in cui si esponevano i motivi per il “no” alla costruzione di questa infrastruttura in riferimento al pensiero della Decrescita.
In questi momenti nei quali prevalgono il “gossip”, il conteggio dei feriti e le polemiche politiche, questi motivi vanno ribaditi e inquadrati in un contesto più ampio.
La costruzione di una simile opera, non è altro che lo specchio di una politica che ritiene che si possa giungere al benessere cementificando, con la realizzazione di “grandi opere” che porteranno a una “crescita”, in quanto aumenteranno gli scambi commerciali e le merci trasportate. Purtroppo la realtà è ben diversa: le nostre case non mancano certo di oggetti (spesso inutili); gli scaffali dei supermercati sono ben lontani dall’essere vuoti, anzi, da lì vengono riversati direttamente nei cassonetti dell’immondizia il 30% dei loro prodotti.
Il mondo d’oggi, sempre più sovrappopolato e inquinato, dove le risorse sono in continuo calo, deve pensare a come ripartire dal proprio territorio, a incentivare la produzione locale, a ridurre i tragitti delle merci e a promuovere il riutilizzo prima ancora del riciclo.
Non solo: un’opera come la Torino-Lione avrebbe dei costi ambientali enormi se si considerano l’utilizzo di energia e di materie prime per avviare le decine di cantieri che si protrarranno per decenni. La motivazione dell’incentivo al trasporto su rotaia invece che su gomma, in un contesto dove la linea attuale è utilizzata appena al 30% della sua portata, appare ridicola. Così come assurda (e in ogni caso da noi non auspicata) un’impennata degli scambi commerciali sulla tratta, essendo stabili se non in calo da oltre 20 anni.
E pensare che quei 17 miliardi di euro in un paese in crisi come l’Italia farebbero molto comodo, anche per investimenti strutturali che creerebbero ugualmente occupazione, però utili al paese e in una prospettiva di riduzione dei consumi: ristrutturazione energetica a partire dagli edifici pubblici, trasporto locale, piste ciclabili, rinnovamento della rete idrica…
Per questi motivi il Movimento per la Decrescita Felice rinnova il suo NO alla costruzione dalla Torino-Lione e non farà mancare il suo sostegno alla protesta, consapevole del fatto che il nostro non è un “NO” di principio e distruttivo: è un NO che si incastra in una precisa e coerente visione che portiamo avanti da tempo e che continueremo a sostenere in futuro!
Domenica 3 luglio saremo presenti alla manifestazione nazionale in valle.