I PARASSITI. Un diario nei giorni del Covid-19
L’Asce, con Madiba Sinnai e Movimento per la Decrescita Felice – Circolo di Cagliari/Quartu organizzano presso il Teatro Civico di Sinnai il 15 ottobre uno spettacolo teatrale con Ascanio Celestini.
Perché uno spettacolo teatrale e perché proprio Ascanio Celestini?
Noi riteniamo che la lotta a tutti i tipi di emarginazione e di esclusione debba essere anche un fatto culturale oltre che sociale e politico
In egual misura riteniamo che Ascanio Celestini, uno dei più popolari interpreti del teatro di narrazione, sia uno dei personaggi, del mondo della cultura, più adatti a rappresentare l’emarginazione come fenomeno in negativo dei nostri tempi. L’attore, autore e regista, con le sue opere sia teatrali che non: La pecora nera, Viva la sposa, Elogio funebre del manicomio elettrico, Scemo di guerra, Parole sante, Appunti per un film sulla lotta di classe, Il razzismo è una brutta storia, solo per citarne alcune, ci conduce all’interno di questo fenomeno e ci fa riflettere sulla sua pericolosità. Tra le tante sue opere abbiamo scelto “I Parassiti” per la sua estrema attualità, rispetto al fenomeno Emarginazione.
Qui il link all’evento fb.
I PARASSITI: piccole storie comuni con i tanti riflessi di una situazione inaspettata e difficile da accettare
“Siamo stati presi di sorpresa dalla pandemia, ma l’abbiamo interpretata.
Ci hanno mostrato la fotografia del parassita e anche i numeri, le carte geografiche che cambiano colore con la diffusione del virus e i grafici.
Abbiamo un’idea razionale della malattia.
La gestiamo così bene che qualcuno la sta persino negando. Ma quel numero così alto di morti ci ha disorientato. E all’inizio abbiamo pensato che fosse proprio il numero, la quantità. E invece è una questione di qualità. Non siamo più preparati per la morte. I cadaveri non ci fanno una grande impressione. Non ci perturbano più di tanto. Ma siamo sconvolti dal nulla che se li porta via. Non sappiamo che fare. E se ci tolgono il corpo del defunto siamo completamente spaesati. Mia madre e mia nonna avrebbero messo in moto tutta una serie di riti piccoli e grandi, consapevoli e inconsapevoli. Avrebbero saputo cosa cucinare e come, cosa bere e mangiare, chi chiamare e quali parole dirgli, come e dove e quando pregare. Noi no. Noi abbiamo bisogno delle cose materiali. Senza il corpo del morto restiamo immobili con la testa vuota.
Così mi sono messo a raccontare e a scrivere. A fare qualcosa che non avesse un corpo. Perché il lutto è immateriale come la memoria, le parole, i sogni. Abbandonare le proprie abitudini – quando la realtà cambia così rapidamente e in modo tanto incomprensibile – è forse lo sforzo più complesso che l’emergenza sanitaria ci ha richiesto. Uno sforzo ancora maggiore se, come accade ai protagonisti di questi tre racconti di Ascanio Celestini, hai riposto gran parte dei tuoi desideri nella quotidianità. Ciascuno di loro a suo modo è incapace di scendere a patti con l’inevitabile, con la rinuncia, con la perdita; convinto che basti negare il dolore per farlo sparire. Sono personaggi a cui è impossibile non volere bene, ostinatamente e umanamente aggrappati a una passeggiata, a un mazzo di fiori, a un abbraccio, a un ricordo. Personaggi che, come è accaduto a tutti noi, scopriranno quanto smettere di farsi domande non valga mai la pena – anche quando non si hanno risposte.”
Ascanio Celestini
Costo del biglietto € 10,00.
Il ricavato andrà a sostegno delle attività dell’ASCE