Viaggiare al tempo della Decrescita Felice (puntata 24) – La Via Flacca, ovvero elogio della Cotral

da | 29 Nov 2010

"Non si viaggia per addobbarsi d’esotismo e di aneddoti come un albero di Natale, ma perché la strada ci spiumi, ci strigli, ci prosciughi, ci renda simili a quelle salviette consunte che ci allungano con una scaglia di sapone nei bordelli. Ci allontana dagli alibi e dalle maledizioni natali, e in ogni fagotto bisunto delle sale d’aspetto strapiene, o sui marciapiedi angusti delle stazioni soffocanti di caldo e di miseria, quella che vediamo passare è la nostra bara.”  Nicolas Bouvier: “Il pesce scorpione” – Editori Laterza

Finalmente ce l’ho fatta: sono sulla Flacca! Alle spalle ho Sperlonga (LT) e di fronte ho la spiaggia del Serapo di Gaeta. Per godere di più di questa strada, sono sceso dal bus di linea e sto camminando. Sulla destra lo sguardo si perde nel mare di Ulisse come ci ha insegnato Cesare Brandi: “Questo luogo bellissimo nel litorale che scende dal Circeo a Gaeta, Sperlonga, borgo quasi arabo arroccato su uno sprone roccioso sul mare, che è già mare del sud e fu uno di quelli di Ulisse”. Chissà se il celebre storico dell’arte, dalla sua nuvoletta, sarà felice di sapere che in borsa ho uno dei suoi libri: Terre d’Italia (Bompiani). La lettura di Brandi è indispensabile per decriptare il paesaggio italiano contemporaneo.

Provenendo da nord, non è difficile raggiungere Terracina. Io sono arrivato alla stazione ferroviaria di Monte San Biagio, preferendola alla stazione cittadina sita sulla linea Priverno – Terracina. Capiamoci subito: la stazione ferroviaria di Monte San Biagio è un’anonima stazione non presidiata a sud di Latina. Il paese di Monte San Biagio è aggrappato sulla collina che domina il tratto locale della Via Appia (Strada Statale 7):
http://it.wikipedia.org/wiki/Strada_statale_7_Via_Appia

Nel piazzale dello scalo ferroviario che vide tempi migliori (cioè quelli nei quali frutta e verdura prodotti in zona non venivano trasportati con i puzzolenti camion come oggi) c’è il bus della Cotral che in coincidenza con l’arrivo dei treni parte per Terracina.

La Cotral è un mammut nell’ambito della mobilità pubblica italiana. Riporto volentieri l’incipit della pagina del sito relativa alle caratteristiche aziendali: “Cotral SpA mette in collegamento tutti i comuni del Lazio: una rete di trasporto capillare organizzata sulla base del Contratto di Servizio con la Regione Lazio che definisce le linee programmatiche e gli standard minimi da garantire alla comunità, in termini sia qualitativi che quantitativi”…. Effettivamente, il mastodonte Cotral mette in collegamento tutti i comuni del Lazio, cioè dell’intera regione. È qualcosa di eccitante per chi vuole girare la regione con calma. Solo scaricare dal sito dell’azienda l’orario delle corse “da e per “ le centinaia di comuni delle 5 provincie laziali, costituisce di per se un viaggio. Provate ad immaginare quanti viaggi si possono fare:
http://www.cotralspa.it/scarica_orari_new.asp

Tornando alla stazione di Monte San Biagio, il viaggiatore, appena sceso dal treno, si domanda dove acquistare il biglietto per il bus che diligentemente aspetta. L’autista è pronto a segnalare un baretto di fronte alla stazione. Dopo aver attentamente guardato a destra e a sinistra, il viaggiatore attraversa l’Appia e acquista il biglietto per Terracina: 1 euro. Monte san Biagio – Terracina sono 14 Km.

Sul mio bus avremmo potuto tranquillamente mettere in piedi una nuova edizione di “Giochi senza Frontiere”, dal momento che tante nazionalità erano presenti a bordo. Solo l’autista ed io eravamo indigeni, per il resto, cinesi, cingalesi, polacchi, senegalesi ecc. ecc. In particolare i cinesi e i cingalesi erano a bordo con mercanzie varie da vendere sulle spiagge.
Adoro l’atmosfera un po’ délabré evocata dal paesaggio fuori dal finestrino.

Il bus entra a Terracina passando sotto il Pisco Montano, la famosa rupe, ma io me ne accorgerò solo dopo, ripercorrendo la strada a ritroso, questa volta lento pede.

Terracina ha un piazzale molto centrale dove c’è un bar, una biglietteria e dove transitano tutti i bus extraurbani della zona. Sul piazzale, la leadership della comunità cingalese è messa a dura prova da frotte di cinesi che scendono dai bus provenienti dalle aree limitrofe. Per fortuna una corriera, proveniente dalla Ciociaria, sbarca frotte di adolescenti autoctoni, lobotomizzati dall’iPod, accecati da occhialoni formato parabrezza e con l’immancabile sigaretta in bocca. Non pensiate che voglia denigrarli. Io ho fatto di peggio. Alla loro età tornai da Creta indossando un paio di jeans da me resi unici con volgari scritte in inglese. Era il tempo che, in preda alla tempesta ormonale tipica dell’adolescenza, giustamente, ambivo a fare abbondante turismo sessuale…. Adesso cammino sulla via Flacca…. Che siano i prodromi dell’andropausa?

Terracina è da vedere una volta nella vita. La spiaggia è bella e attrezzata. Io ci tornerò per andare a visitare il Tempio di Giove Anxur che, posizionato sulla cima del monte S. Angelo, domina l’abitato. Il Pisco Montano è maestoso! Come dice Cesare Brandi: “Da Terracina si parte poco dopo quel superbo Pisco Montano, che sta fra un menhir megalitico e un faraglione arenato e che, a vederlo dalla Sperlonga, sembra, invece, sorgere dal mare come a Capri”.
La Cotral fa un eccellente servizio di collegamento tra Terracina, Sperlonga, Gaeta e Formia ed i mezzi percorrono la Strada Statale 213 – Via Flacca:
http://it.wikipedia.org/wiki/Strada_statale_213_Via_Flacca

Il tratto che da Terracina porta a Sperlonga, 19 km, non è certo memorabile. Dopo il Pisco Montano abbiamo a destra villette poi camping e strade bianche che portano alle varie spiagge, mentre a sinistra abbiamo prima villette poi qualche residuo delle pinete descritte da Brandi quindi qualche agrumeto che annuncia quelle piantagioni intensive della vicina Fondi.

La strada è piena di paline per la fermata a chiamata della Cotral e l’autista ferma ad ogni cenno di passeggero. A Sperlonga il capolinea è ai bordi della piazzetta alla sommità del borgo. Sceso dal bus vengo ammaliato dalla sua atmosfera molto particolare che non sono in grado di raccontare. Posso solo invitarvi a raggiungere questo sperone di roccia ed a perdervi nella magnificenza delle panorama. Dopo una lunga passeggiata prendo il bus per Gaeta che dista 15 km da Sperlonga.

È il tratto più bello della via Flacca. Cesare Brandi ci fa notare che in età romana la strada correva più a monte, perché oggi ci sono troppe gallerie che però permettono di godere del mare di Ulisse.

Ecco, è proprio alla fine delle gallerie che mi sono fatto lasciare dall’autista. È una bella giornata di sole è c’è un venticello che mitiga la temperatura. Tutto l’inverno, le parole di Brandi con le quali vi lascio, sono risuonate nella mia testa come un mantra: “Ad ogni uscita di galleria una nuova spiaggetta, con caratteristiche sue, e i monti di roccia a picco, con i colori che ora sono quelli della costa amalfitana, ora quelli della costa calabra: il grigio che ha la cenere quando nasconde la brace, e la brace avvampa dai cretti senza fiamma”.

Grazie professor Brandi!

Paolo Merlini
(esperto di vie traverse)
merlini.paoloATgmail.com