Nell’immane tragedia che ha colpito il Giappone sembra che la natura si voglia fare beffe degli uomini, che negli ultimi 200 anni si sono illusi di poterla controllare e dominare a piacimento, come pure di poter imbrigliare la forza terrificante dell’atomo.
Il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha affermato che la tragedia giapponese solleva dubbi sui rischi e sui costi collegati all’utilizzo dell’energia nucleare. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ordinato di fermare 7 reattori e prevede l’uscita della Germania dal nucleare. L’UE chiede di revisionare e verificare la sicurezza di tutti gli impianti esistenti.
Solo il governo italiano sembra non avere dubbi e, ad ogni occasione possibile, ha continuato ad affermare di voler restare fermo sulle proprie decisioni, salvo poi fare dietro-front e proclamare una moratoria di un anno per pure ragioni elettorali. Passate le elezioni e il temuto referendum antinucleare, con ogni probabilità la tabella di marcia nella politica energetica e nucleare italiana rimarrà immutata anche di fronte al disastro accaduto nel paese tecnologicamente più avanzato della terra.
La tragedia di Fukushima, tuttora in corso e dai costi umani, ambientali ed economici incalcolabili, conferma che non esiste il rischio zero e col nucleare non si può scherzare nè ci si può permettere di correre alcun rischio. Chi continua a declamare che il nucleare è sicuro, ecologico e conveniente o mente o è fuori di senno, perchè basta un solo incidente per vanificare tutti i presunti benefici economici e ambientali. Resta poi sempre la questione delle scorie nucleari. Dove le metteremo? In Parlamento? Le scorie sono contro ogni etica generazionale: non possiamo arrogarci il diritto di lasciare questa eredità ai nostri figli e nipoti. Per mantenere il nostro standard di consumi a un presunto (non provato) minor costo, scarichiamo pericoli e costi sulle generazioni future che abiteranno su un pianeta già devastato. La verità è che tutto questo amore per il nucleare da parte della nostra classe politica nasce da precisi interessi economici: le centrali nucleari e le grandi opere in generale concentrano la ricchezza, attirano la malavita e il malgoverno, sfuggono alle iniziative e ai controlli democratici, si sottraggono alla valutazione dell’etica pubblica. La torta è troppo grossa e fa gola a molti. Per una fetta di questa torta vale la pena correre qualche rischio, e poi il prezzo lo pagheranno gli italiani di oggi e di domani.
Il Referendum anti-nucleare è l’unico modo per fermare questa pazzia. Non permettiamogli di ipotecare il nostro futuro! L’incidente di Fukushima deve segnare una svolta nella storia dell’umanità, è il momento di cambiare strada per svoltare decisamente nella direzione delle energie rinnovabili e di una nuova economia sostenibile e rispettosa dell’uomo e dell’ambiente, in cui non vi è posto per il nucleare.
Per questo il GIT Banca Etica di Verona aderisce con convinzione al comitato promotore della campagna referendaria e invita tutti ad andare a votare Sì alla cancellazione definitiva del programma nucleare italiano.