Un appello alla mobilitazione permanente, dopo una prima prova di forza. A giorni potrebbero cominciare i nuovi sondaggi geognostici in Val di Susa, nella borgata La Maddalena di Chiomonte, e il popolo dei No Tav torna in strada con una marcia che da Rivalta arriva a Rivoli, due comuni in cui i sindaci sono favorevoli all’opera. Cinque chilometri percorsi da migliaia di persone, 15mila per gli organizzatori e 4mila per le forze dell’ordine. Intanto, nell’attesa dei lavori si diffonde il timore che alle proteste della popolazione possa essere contrapposto ancora un grande dispiegamento di forze dell’ordine per garantire l’inizio dei cantieri, mentre pochi politici si fanno portatori delle istanze popolari.
Nonostante ciò i manifestanti ripetono il loro motto, “Sarà dura!”. Il leader del movimento Alberto Perino, alla fine del corteo, li motiva a resistere: “Da domani alla Maddalena dovremo essere presenti 24 ore su 24 perché se oggi abbiamo mostrato i muscoli e ci siamo allenati, là si giocherà la vera partita. Dobbiamo essere pronti a bloccarli”. Venerdì aveva affermato che sabato 28 maggio la tappa del Giro d’Italia da Verbania al Sestiere potrebbe essere interrotta: “Se le ditte cominceranno a fare i lavori prima di sabato dovranno sapere tutti che il Giro si fermerà a Verbania. Devono solo fare ‘tupinate’ (‘stupidate’)”. Ma questa non è l’unica protesta che s’intravede. “Dimostreremo all’Europa che se toccano la Maddalena è finito il turismo a Torino”.
Il lavoro che dovrebbe cominciare a giorni consiste nello scavo di un cunicolo esplorativo di sette chilometri per verificare la consistenza della montagna e dei materiali presenti. “Il progetto della Maddalena non è definitivo, ci sono 158 prescrizioni del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr) e per questo stiamo preparando due ricorsi da presentare al Tar del Lazio entro i primi giorni di giugno. Il cantiere non è in regola, non può cominciare e se forzano sarà illegale”, spiega a ilfattoquotidiano.it. Però, stando agli impegni presi in sede europea, i lavori dovrebbero iniziare entro il 31 maggio. “Bruxelles vuole vedere i cantieri attivi entro la fine di maggio prima di concedere altri finanziamenti – afferma il sindaco di Villar Focchiardo, Emilio Chiaberto – e l’Italia vuole rinegoziare il trattato economico con la Francia. C’è il timore che si forzino i tempi dei lavori per dire che hanno cominciato a farli”.
Dopo l’elezione a sindaco di Piero Fassino, favorevole alla linea del Tav, qualcuno ancora si augura di portare i principali politici del Partito democratico su posizioni contrarie all’opera. Sandro Plano, presidente Pd della comunità montana della Val di Susa e della Val Sangone che fu duramente criticato dal partito per la sua ostilità, tenta di trovare un’intesa: “Cercheremo di collaborare con Fassino nonostante le diverse opinioni”, dice. Per Nicoletta Cerrato , assessore alla cultura e ai giovani di Rivalta, una dei pochi politici della sua giunta a opporsi all’opera, “si dovrà discutere del tema nel partito. Il Pd ha la sua posizione, ma dovrà accettare che molti sindaci, amministratori ed elettori sono contrari”.
C’è chi invece gioca il confronto su un livello diverso, agendo direttamente coi cittadini torinesi. È il Movimento 5 Stelle, che alle scorse regionali ha ottenuto gran parte dei suoi voti in Val di Susa: “Vogliamo portare la contrarietà all’opera anche in città perché la linea interesserà il quartiere Pozzo Strada e i comuni vicini. Ci saranno problemi dovuti alle polveri sottili, al traffico, alle strade bloccate per i lavori”, dichiara il consigliere regionale Davide Bono, mentre Chiara Appendino, appena eletta in consiglio comunale, aggiunge: “Abbiamo fatto un incontro pre-elettorale nel quartiere di corso Marche e molti cittadini non sapevano nulla. In campagna elettorale non se ne è parlato. Noi porteremo avanti la nostra battaglia nonostante a Palazzo di Città la maggioranza e l’opposizione siano favorevoli al Tav”. I grillini cercano anche di rafforzarsi in Val di Susa. Lunedì aprirà a Chiomonte, su un terreno comprato dal movimento No Tav, una sede distaccata dell’ufficio regionale. Sarà low cost, perché collocata in una roulotte: “Servirà a presidiare il territorio e a tutelare la democrazia”, annuncia Bono.
Fonte: ilfattoquotidiano.it