Dopo l’ennesimo record del livello di radiazioni registrato nei pressi della centrale di Fukushima Daiichi e a poco meno di cinque mesi dal disastro nucleare peggiore degli ultimi 25 anni dopo Chernobyl, il Giappone approva un piano per ‘risarcire’ le vittime dell’incidente atomico seguito al terremoto-tsunami dell’11 marzo scorso. Il piano è stato appena approvato dal Parlamento giapponese e prevede l’istituzione di un fondo per pagare i danni che gli abitanti dei territori adiacenti alla centrale di Fukushima Daiichi hanno subìto negli ultimi mesi. Anche se non si conosce ancora la somma precisa, si parla della possibilità che vengano stanziati centinaia di miliardi di dollari da parte di Stato, Tepco e compagnie nucleari giapponesi.
Il Governo giapponese, ha fatto sapere anche che c’è la possibilità che vengano licenziati tre alti funzionari statali che erano stati incaricati di seguire la politica nucleare e la sicurezza delle operazioni nelle centrali, perché una serie di ‘scandali’ hanno mostrato che parte dei funzionari governativi avrebbe cercato di influenzare l’opinione pubblica sollecitando alcuni dipendenti a intervenire in forum pubblici per dichiararsi a favore dell’energia nucleare. I tre funzionari incriminati sarebbero il principale funzionario del ministero del Commercio, il capo dell’Autorità per la sicurezza nucleare e il capo dell’Agenzia per le risorse naturali e l’energia.
A questo si aggiunge il mea culpa del ministro del Commercio giapponese, Banri Kaieda, che ha avuto un ruolo cruciale nella gestione della crisi di Fukushima e che ha detto di volersi dimettere per gli errori commessi; e le ultime dichiarazioni del primo ministro, Naoto Kan, che ha invitato a una maggiore responsabilità sulla sicurezza nucleare e promesso una revisione della politica energetica giapponese.
Queste notizie dal fronte istituzionale giapponese, arrivano dopo la protesta di circa trecento agricoltori e allevatori locali davanti alla sede della Tepco. A causa dei livelli elevati di contaminazione, l’agricoltura e l’allevamento sono tra i settori più colpiti dall’incidente di Fukushima. Dopo la constatazione di livelli di cesio fuori controllo nella carne bovina e il conseguente divieto di commercializzazione e vendita in tre prefetture (Fukushima, Miyagi e Iwate) – la prossima, probabilmente, sarà quella di Tochigi – adesso il Ministero dell’Agricoltura giapponese annuncia di voler condurre una serie di test sul riso in diverse regioni – almeno 18 le prefetture coinvolte – a partire dal periodo precedente alla raccolta.
Se i livelli di cesio radioattivo registrato nelle colture, dovesse superare la soglia dei 500 becquerel per chilo, il Ministero avrà la facoltà di vietare la vendita anche di questo alimento a tutti i coltivatori locali. Se invece i livelli saranno prossimi al raggiungimento del limite allora saranno condotti ulteriori test nel periodo successivo alla raccolta.
Intanto la Tepco ha fatto sapere che a partire dalla fine del 2011 si impegnerà nella costruzione di una ‘muraglia’ lunga 800 metri e profonda fino a 20 metri, che avvolgerà i reattori 1,2,3 e 4 della centrale di Fukushima, per bloccare l’acqua contaminata ed evitare che finisca in mare. Purtroppo, però, l’acqua contaminata nel mare di Fukushima ci è già finita negli ultimi cinque mesi, anche se il governo ha fatto di tutto per ostacolare dei monitoraggi trasparenti come è successo a Greenpeace. È di pochi giorni fa, inoltre, la nota diffusa dallo State Oceanic Administration cinese che rende noti i primi risultati dei test sui campioni di acqua marina eseguiti nel Pacifico occidentale nelle regioni ad est e sud-est di Fukushima. Questi test, spiegava la nota, dimostrano che il cesio-137 e -134, così come lo stronzio-90 si possono trovare in tutti i campioni di acqua.
Fonte: Il Cambiamento