Viaggiare al tempo della Decrescita Felice (puntata 38) – Ancona, il monte Conero e la spiaggia delle due sorelle

da | 20 Set 2011

"Rispetto all’Oriente vi sono ‘luoghi’ che io chiamo ‘di Passaggio’, nel senso che per andare con cognizione di causa su quelle lontane Vie è meglio passare prima per quelle più vicine a noi. Si comincia a conoscere usi, costumi, lingue, libertà e divieti, persino la cucina, e il loro modificarsi o evolversi di zona in zona. I miei ‘Luoghi di Passaggio’ li ho visitati per oltre trent’anni, studiandoli, cercando di capirli e innamorandomene a poco a poco". Mario Biondi – Strada Bianca per i Monti del Cielo (Ponte alle Grazie)

 
Ho sempre amato il capoluogo della mia regione. Ancona sin da bambino è stata una meta agognata. A un’ora da casa c’era quel grande porto in pieno centro città da dove partivano quotidianamente (e partono ancora) tutti i traghetti per la Grecia e per l’allora Jugoslavia. A bordo del treno regionale che questa mattina mi sta portando nella città dorica inseguo il vagolare dei miei pensieri. Sto viaggiando nella stessa direzione di quegli antichi marinai greci (dori) che, provenienti da Siracusa, fondarono la città nel 387 a.c.
Meta di oggi è la spiaggia delle due sorelle, forse la più bella spiaggia all’interno del Parco Regionale del Conero: http://www.parcodelconero.com/
Sollecitato dalle pagine di Wikipedia provo ad immaginare lo stupore dei naviganti nell’avvistamento del Conero: “unico tratto di costa rocciosa calcarea da Trieste al Gargano, spezza la lineare e sabbiosa costa adriatica in due tratti con orientamento diverso, meritando per questo motivo l’appellativo di "gomito d’Italia", condiviso anche dalla città di Ancona, che sorge su di esso”: http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Conero
I dori rendendosi conto della particolarità delle pendici nord del monte, costituite da un’ampia e riparata insenatura, fondarono, in questa sorta di porto naturale, la città di Ankon che in greco significa “gomito”.
Tante e bellissime sono le spiagge del Conero: Mezzavalle, Portonovo, La Vela, Dei Gabbiani, Sassi Neri ecc. Io ho scelto di andare alla spiaggia delle due sorelle un po’ perché non ci sono mai stato, e un po’perché sono incuriosito dal servizio pubblico di traghetti che d’estate rende facile la vita ai turisti. Infatti conto di raggiungere la spiaggia grazie alle motonavi della società Traghettatori del Conero: http://www.traghettatoridelconero.it/
Al binario 1 della stazione ferroviaria, presso la fornitissima tabaccheria Santarelli Dina acquisto il biglietto di sola andata per Numana: 2 euro e 10 cents.
Guardo il mio titolo di viaggio; è un biglietto dell’ATMA Azienda Trasporti e Mobilità di Ancona e Provincia: http://www.atmaancona.it/
L’ATMA raggruppa la storica Conerobus (prevalentemente operante nella città di Ancona) e tutte le autolinee che fanno servizio nel territorio della provincia. Sto parlando dei nomi che hanno fatto la mobilità pubblica in questa zona: Bramucci, Bucci, Contram, Crognaletti, Reni, Sacsa, Tiberi, Vitali, Fabbri e Cooperativa Autotrasporti Sassoferrato.
Esco dalla stazione e faccio 4 passi sulla sinistra dove trovo la fermata della Reni che collega il capoluogo con Sirolo, Numana, giù fino a Loreto:
Mentre ragiono sul fatto che la fermata delle Autolinee Reni che vanno verso sud è la stessa delle Autolinee Bucci Senigallia che collegano il capoluogo con Senigallia (detta “la spiaggia di velluto”) a nord, ecco che arriva il mio bus delle 7.45 per Numana. Oblitero il biglietto e trovo posto sul mezzo nuovo, pulito e perfettamente climatizzato. Ad Ancona il capolinea dei bus è nella centralissima Piazza Cavour, da dove partono i mezzi che nella quasi totalità dei casi transitano per la stazione ferroviaria lasciando poi la città per le varie destinazioni. Anche il mio bus viene da Piazza Cavour. Eccezionale: nell’orario estivo della Reni conto 19 corse giornaliere feriali di andata e ritorno 5 delle quali, dopo Marcelli di Numana proseguono per Porto Recanati e Loreto. Sono felice che la mia regione abbia una linea così democratica, economica e frequente per accedere alle bellezze del Conero.

Il bus lascia il centro e va per Passo Varano da dove prosegue per Camerano. È una bellissima giornata d’estate ed il panorama del quale godo dal mio finestrino è assolutamente inebriante. Pian piano che saliamo sul monte Conero (572 metri d’altezza), il cielo turchino si fonde all’orizzonte col mare blu ma il colore predominante è il giallo esplosivo delle colline coltivate a girasoli. Sul mio bus ci sono assonnati lavoratori stagionali delle tante strutture alberghiere della zona e solo io, in estasi, contemplo il panorama come se pregassi. Dopo Poggio passiamo nella bella Sirolo detta a ragione: il gioiello della riviera del Conero. La fermata è ai margini del centro storico, in prossimità del piazza centrale dalla quale si gode uno dei panorami più belli d’Italia. Potrei scendere ad una delle varie spiagge di Sirolo (è comodo raggiungere la spiaggia dei Sassi Neri a piedi tramite il sentiero che parte dal cittadino Parco della Repubblica o con il bus navetta dal municipio) ma continuo per Numana ed in particolare scendo al porto. Dalla fermata del mio bus già si vede la biglietteria della “Traghettatori del Conero”. C’è un po’ di fila ma in poco tempo, per 20 euro, compro il biglietto andata e ritorno per la spiaggia. Mentre, a torto, rimugino sul fatto che 20 euro per fare pochi minuti di traversata sono una tariffa salata, mi colpisce il vecchio cantiere navale che è vicino alla biglietteria, assediato dal parcheggio per le auto. È la tana di uno degli ultimi maestri d’ascia della zona: Aldo Jurini dell’omonimo cantiere navale fondato nel 1925 dal padre Pasquale. Non resisto ed entro a fare due chiacchiere e qualche foto. Aldo parla per quattro ed io pure, morale rischio di perdere la mia motonave delle 9.30. Salgo a bordo per ultimo e provo posto a prua. Il natante salpa ed io finalmente guardo il Conero dal mare come fecero i marinai dori di cui sopra. Quanta magnificenza in questa montagna di roccia bianca sovrastata da grandi boschi di macchia mediterranea. Il viaggio non è così breve come pensavo (più di 30 minuti)  e il capitano ci illustra le bellezze naturali che possiamo ammirare a poche miglia dalla costa. C’è un po’ di maretta ma non me ne curo. Ad un certo punto la barca inizia la manovra di avvicinamento al corridoio di lancio e poi procede con l’approdo direttamente sui ciottoli della spiaggia per far scendere tutti i passeggeri usando le scalette a mo’ di tigri della Malesia. Sono inebetito da tanta bellezza così vicina a casa mia. Il mare color cobalto immediatamente mi risucchia per una bagno che durerà molto a lungo. Non riesco a capacitarmi di tanta bellezza: le rocce bianche che sprofondano nel mare, l’insenatura con l’acqua calma dove nuotare, il profumo dei corbezzoli e delle piante aromatiche sulle alture che si fonde col respiro del mare. Nuoto lentamente immerso in tutta questa natura a portata di mano. Dal mare mi metto a fissare la gente sulla battigia: non ce n’è uno con lo sguardo imbronciato o stressato. Tutti sorridono e sembrano vivere un momento di felicità ed armonia…. Potenza terapeutica della prorompente bellezza di questo luogo.