Con il “Bond sulla morte” lanciato da Deutsche Bank (ne hano parlato di recente i giornali Avvenire e Repubblica) è stato violato un ulteriore tabù ed è caduto l’ultimo velo di ipocrisia del mondo finanziario, che non è diventato altro che un immenso casinò, senza alcun legame con l’economia reale e senza etica, dove si scommette perfino sulla morte. Se il “vecchietto” muore prima del previsto, vince l’investitore; se muore dopo, vince la banca (qualcuno potrebbe farsi venire strane tentazioni!). Purtroppo, non c’è da stupirsi di questa ennesima deriva se si pensa che – dato poco conosciuto ma emblematico – molte società finanziarie sono nate in origine come società di scommesse, sui cavalli, sulle partite di calcio e quant’altro. I fondi comuni di investimento sono delle polpette, spesso avvelenate, che contengono di tutto. L’offerta è ricchissima, si può investire sulla guerra (doppio business perché prima si distrugge e poi si ricostruisce), sul petrolio, sulle armi, sulle cluster bombs, sul gioco d’azzardo (tanto per restare in tema), sul tabacco e sulla pornografia. In alcuni paesi perfino i bordelli appartengono a società quotatate in borsa! Per fare soldi si calpesta qualsiasi valore e si fa a pezzi la dignità umana. Questa degenerazione della finanza, senza etica e senza regole, è la causa della crisi e non se ne può uscire se il cittadino-risparmiatore non acquista consapevolezza che tutto questo avviene anche con la nostra inconsapevole complicità e con i nostri soldi.Per questo è fondamentale informarsi e aderire alla campagna lanciata da Banca Etica “Non con i miei soldi”. Per informazioni www.nonconimieisoldi.org