Cinque galline e wi-fi condiviso: così vivo con 200 euro al mese

da | 26 Mar 2012

«Ho cinque galline. In un anno ciascuna produce duecento uova. Quindi mille uova a 35 centesimi l’uno, fanno un totale di 350 euro». Pecoranera è svelto a fare i conti. D’altronde fare i conti al centesimo è una necessità per uno che dice di vivere felicemente con soli duecento euro al mese, scatenando il putiferio su Internet. Eccolo qui, tra galline e ravanelli, il «vivere altrimenti» di Devis Bonanni, 27 anni, nato e cresciuto a Raveo, in Carnia (Udine). Biondissimo ma soprannominato Pecoranera perché è uscito dal gregge, lasciando il lavoro e scegliendo di vivere nella natura. Prima ha aperto un blog raccontando la sua storia, adesso ha scritto un libro per la Marsilio, «Pecoranera» appunto, raccontando la sua avventura. Per tre giorni la sua storia è stata tra le più lette sul sito di Corriere.it e centinaia sono stati i commenti: «Duecento euro al mese? Evasore e furbo parassita che succhia i servizi senza pagare le tasse», sono le accuse meno violente. Così con il «cuore che batteva forte» ha risposto a tutte le critiche che gli sono piovute addosso.

Ci sei rimasto male?
«La prima mezz’ora mi sono incaz… Ma in tempi di crisi la gente è arrabbiata. Mutui, tasse… li capisco».

Dunque, Devis abbandona l’impiego da tecnico informatico e si dedica orto, serra, campi… Davvero sei felice?
«Sì, per essere qui e aver trovato un equilibrio. All’inizio pensavo a un eco villaggio in Toscana a realizzare un microcosmo in una casa colonica. Poi ho deciso per Raveo».

Cosa sono per te i soldi?
«Lo strumento per procurarmi ciò che non riesco a costruire da me».

E i tuoi bisogni, a parte la cioccolata?
«La connessione a Internet. Se dovessi rimanere con 15 euro al mese pagherei quella prima di birra e cioccolata».

Sulla fascetta del tuo libro c’è scritto che guadagni duecento euro al mese.
«Questa maledetta cifra mi inseguirà fin nella tomba. Dunque: vendo le eccedenza dei prodotti agricoli: pomodori, melanzane e verdura fresca d’estate. Poi produco farina di mais, fagioli, patate e zucche. Tutto questo e le uova sono i miei duecento euro al mese. I miei clienti sono paesani, amici e parenti».

Passiamo alle spese.
«Dieci euro di ricarica del cellulare al mese. Venti, massimo 25 di spesa al supermercato. Trenta-quaranta per uscire con gli amici. Internet è in condivisione con mio fratello. Abbiamo case vicine, mi connetto con la wi-fi e dividiamo le spese. Con l’acqua e le bollette varie, sto sulle 80-100 euro al mese. Venti di varie ed eventuali».

Il capitale iniziale?
«Ho un pezzo di terra, 1.500 metri quadrati ereditati da mio nonno Lorenzo. A questi ho aggiunto un altro pezzo che ho acquistato io. Settemila euro per 2.200 metri quadri. Altri li coltivo in concessione dai paesani».

E il talento della scrittura?
«A scuola facevo bei temi, col blog l’ho affinata».

Ci racconti la cena stasera? (ieri sera, ndr)
«Patate bollite e frittata di cipolle. E, mi voglio rovinare: anche un’insalata di radicchio. Infine del formaggio frant (con gli avanzi di lavorazioni degli altri formaggi) e un bicchiere di rosso».

Mezzi di locomozione?
«Bicicletta»

Il viaggio che sogna?
«Sudamerica. Due mesi in bici è il regalo che mi vorrei fare».

La città non la attira proprio?
«Sono riuscito a starmene lontano dalla città perché ho capito che in montagna ci sono molte risorse fisiche e spirituali, la stessa montagna abbandonata dove vivere è da sfigati».

Infatti qualcuno le ha dato dello sfigato. Anche se non ha la tv, sa chi è Michel Martone?
«Chi è chi?».

Fonte: Corriere.it