Viaggio lento si sa, è sinonimo di viaggio virtuoso. Concordo con Emilio Rigatti quando dice che “solo la città che sorge alla fine di un cammino apparirà nel suo alfabeto segreto ed evidente al contempo. È il cammino che prepara lo sguardo che accoglierà le mura, le torri, le chiese, le case e i palazzi”. (Tratto da: Dalmazia Dalmazia! Viaggio sentimentale da Trieste alla Bocche di Cattaro, Ediciclo).
Sfortunatamente però, il viaggio lento è associato, nell’immaginario collettivo, anche al viaggio faticoso. Come fa a concedersi il lusso della lentezza chi non ha dimestichezza col cicloturismo oppure chi suda al solo pronunciare le parole ‘a piedi’?
Un’idea semplice e ‘rivoluzionaria’ è quella di viaggiare utilizzando i trasporti pubblici locali.
Da anni pratico e racconto questo ‘uso improprio’ dei servizi di mobilità pubblica e sono convinto che costituiscano il giusto equilibrio tra lentezza e comodità. Mi riferisco in particolare alle migliaia di corse extraurbane delle autolinee locali che fanno un ottimo ma poco noto servizio nel nostro tanto bistrattato paese. In oltre dieci anni di ricerche e di viaggi con i mezzi pubblici, ho potuto costatare l’eccellenza di molte aziende di trasporto pubblico, l’efficienza dei mezzi in servizio e l’affidabilità degli autisti.
Fermatevi a riflettere sul fatto che ogni giorno migliaia di autobus tessono una capillare rete di linee extraurbane che penetrano nel profondo della provincia italiana solcando, a velocità moderata, le belle strade statali archetipo (ammodernato) della viabilità nazionale. Basta scegliere una meta ed informarsi sugli orari delle autolinee che servono la zona. Con biglietti di pochi euro, comodamente seduti a quasi due metri di altezza, si può godere del lungometraggio della ‘Bella Italia’ che scorre lento fuori dal finestrino. Pensateci: è una forma di viaggio che si può praticare dai dodici ai novant’anni senza essere accompagnati dai genitori.
Se è vero che “non è importante la meta, ma il cammino”, con i bus di linea attraversiamo un territorio in maniera economica, ecologica, virtuosa e il più possibile rispettosa degli abitanti che poi sono anche gli occasionali compagni di viaggio sempre prodighi di suggerimenti.
In Rete, con pochi click di mouse si trovano itinerari da sogno che ‘vanno in scena’ quotidianamente: Bolzano – Spondigna – Passo dello Stelvio con l’altoatesina S.A.D.; Passo dello Stelvio – Bormio con la valtellinese Automobilistica Perego; Sorrento – Amalfi – Salerno cioè la Costiera Amalfitana servita dalla Sita Campania; la Via Flacca (Terracina – Sperlonga – Gaeta) con la Cotral; Firenze – Forlì con Sita Toscana fino al Passo del Muraglione e con l’ATR per ridiscendere la valle del fiume Montone.
Più passa il tempo e più mi convinco che se Guido Piovene partisse oggi per rifare il suo “Viaggio in Italia”, andrebbe in autobus. Come scrisse Piovene: “L’Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo; le Marche dell’Italia”, ecco io me lo immagino scorrazzare nel Piceno con le autolinee della START, addentrarsi nella neonata provincia di Fermo con i mezzi della TRAS FER, girare il Maceratese con la CONTRAM, visitare l’Anconetano con l’ATMA e spostarsi nel Pesarese grazie ai servizi della ADRIABUS.
Concludendo mi piace rivolgere un ringraziamento a tutti gli anonimi autisti di bus di linea che, novelli garibaldini, quotidianamente contribuiscono all’Unità (automobilistica) d’Italia.
Fonte: Il Cambiamento