Il progetto MadeinTerra è nato dal desiderio di coniugare il design ai principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ponendo l’uomo e le sue esigenze al centro dell’attenzione. Conosciamo così di MadeinTerra…
L’idea ha avuto origine combinando le esperienze maturate da Mario Ferrarelli nel campo del design industriale e della lavorazione di materiali naturali con il contributo scientifico di Mario Carrassi, docente universitario dell’Università degli Studi di Bari – Aldo Moro, che sta sviluppando delle ricerche sulla Conscious Corporate Growth.
madeinterra, cocciopesto, terra cruda
Daniel Casarin: Quali esperienze vi hanno portato a creare MadeinTerra?
Mario Ferrarelli: Dopo anni di studio e di formazione all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, ho lavorato nel settore dell’oreficeria e mi sono occupato di design industriale. Tutto questo lavoro mi sembrava vanificato perché non mi sentivo considerato come una persona ma come una parte di un meccanismo orientato alla creazione di profitto. Non vedevo inoltre sufficente considerazione per il lavoro degli artigiani perche’ la loro professionalita’ non era riconosciuta sia in termini economici che in termini di rispetto reciproco. Ho deciso quindi di intraprendere un nuovo percorso orientato alla realizzazione di un progetto di design che riguardasse l’uomo, l’ambiente e la sostenibilità. Sono uscito da questa ruota in cui mi sentivo vincolato e mi sono catapultato in campagna. Ho iniziato a studiare testi antichi di archeologia dei materiali e nello stesso tempo potevo lavorare a livello fisico e applicare le mie conoscenze tecniche. Ho imparato a conoscere la terra e le sue esigenze, le tecniche tradizionali usate dai nostri antenati e a realizzare un laboratorio completamente sostenibile ed ad impatto zero. L’incontro con Mario Carrassi e con il suo lavoro di ricerca ha aperto tutta una serie di nuove possibilità, mi sono subito riconusciuto nel suo modello di crescita aziendale consapevole ed insieme abbiamo iniziato a fantasticare sulla possibilità di realizzare un progetto che fosse in grado di trasmettere dei valori di crescita consapevole sia a livello individuale che a livello aziendale.
Daniel Casarin: La terra cruda è traspirante, ha buona capacità strutturale e buon isolamento termico e acustico. Quali sono state le soluzioni più innovative che vi è capitato di applicare ad oggi?
Mario Ferrarelli: Dopo aver sperimentato tecnicamente il materiale e le sue caratteristiche e aver realizzato a livello artigianale mattoni, forni, pavimenti, rivestimenti, oggetti di arredamento e altro, oggi siamo finalmente in grado di realizzare il mattone di terra cruda. Infatti, abbiamo costruito attraverso un progetto open source una macchina agricola che fabbrica, con una pressione costante di 21 tonnellate, un mattone di dimensioni 30x15x20. Crediamo che questa macchina sia in grado di promuovere anche l’innovazione sociale e lo sviluppo occupazionale essendo un punto di contatto tra industria ed agricoltura.
madeinterra, cocciopesto, terra cruda
Daniel Casarin: Il cocciopesto era un materiale comunemente usato nelle strutture dell’antica Roma, alcune delle quali giunte a noi ancora intatte. Nel vostro lavoro quanto contano ricerca e tradizione? E come vengono applicati questi valori nella vostra attività quotidiana?
Mario Ferrarelli: Lo studio e la ricerca nel campo delle antiche tecniche di costruzione e’ la base del nostro progetto. Lavorando i materiali ci siamo resi conto che esiste una relazione stretta tra l’uomo e i materiali naturali; questa relazione deve essere rispettata nei tempi e nella tecniche di lavorazione. Man mano che procedevamo nella nostra attività ci siamo accorti che stavamo sviluppando una vera e propria pratica in cui i valori antichi e le esigenze contemporanee devono essere riconciliati per costruire un futuro sostenibile sia in termini ambientali che in termini sociali ed economici. Un frutto evidente di questa pratica e’ ad esempio l’applicazione di rivestimenti di cocciopesto sulla terra cruda.
Daniel Casarin: Quali resistenze tipiche incontrate durante la vostra attività?
Mario Ferrarelli: La mancanza di informazione della gente, o meglio, il fatto che ci si sia dimenticati di ciò che ci hanno trasmesso i nostri antenati. Ma forse questo rende più semplice il nostro lavoro di formazione perché’ ricordare è spesso più facile che imparare.
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Daniel Casarin: Ci puoi fare un elenco delle classiche “domande frequenti” a cui vi capita periodicamente di rispondere?
Mario Ferrarelli: Le tipiche domande sono: e se si bagna? la paglia dentro non si brucia? posso costruire? è antisismico? crea umidità? sporca? si può riparare? E altre domande simili a cui ci sforziamo di dare risposte rassicuranti sia con la formazione che mostrando i progetti già realizzati in cocciopesto e terra cruda. A Cisternino in provincia di Brindisi esiste inoltre uno show room di MadeinTerra in cui è visibile l’intero progetto.
Daniel Casarin: Come state applicando le vostre soluzioni al settore abitativo?
Mario Ferrarelli: Il cocciopesto permette di realizzare soluzioni di design per l’arredamento interno. La macchina dei mattoni in terra cruda a pieno regime permette di realizzare circa 1000 mattoni al giorno e da la possibilità di variare le percentuali di terra e di paglia e seconda delle esigenze di costruzione. Abbiamo inoltre sperimentato un mattone di terra cruda e cocciopesto che ci permette di realizzare delle pareti che non necessitano di essere intonacate. Questo comporta dei notevoli risparmi economici, energetici ed ambientali con un risultato estetico di tutto riguardo.
Daniel Casarin: Sappiamo benissimo che il prossimo trend riguarda i diversi milioni di mq da ristrutturare ma soprattutto da rendere energicamente più efficienti. Cosa può fare il cocciopesto e la terra cruda per questo nuovo mercato in espansione? E’ realmente plausibile la loro scalabilità come materiale da costruzione?
Mario Ferrarelli: Sicuramente la terra cruda ed il cocciopesto possono ritornare ad avere il ruolo che hanno avuto in passato sia nell’edilizia che nell’arte. Le caratteristiche di questi materiali sono da tempo note. Il loro reimpiego nel settore edilizio può essere oggi facilitato e potenziato dalle conoscenze tecnologiche e dalla sinergia delle ricerche. Il nostro progetto attraverso la realizzazione della macchina dei mattoni in terra cruda punta anche ottenere una “certificazione” del mattone che possa contribuire a superare i diversi ostacoli burocratici che oggi in Italia ancora non permettono un utilizzo diffuso di questi materiali.
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Daniel Casarin: Come vengono organizzati e qual è l’obiettivo dei corsi di formazione di MadeinTerra? A chi sono rivolti?
Mario Ferrarelli: I corsi di formazione di MadeinTerra non sono solo finalizzati a far conoscere la terra cruda, il cocciopesto o la macchina, ma sono anche uno strumento per condividere valori di sostenibilità e di crescita consapevole. I corsi durano generalmente tre giorni e si tengono in Puglia nella splendida Valle d’Itria, o, quando il numero dei partecipanti lo permette, organizziamo anche corsi in altri luoghi. I corsi sono rivolti a chiunque nutra interesse verso il nostro progetto tra cui: studenti, professionisti, agricoltori, managers , disoccupati ed altre categorie.
Daniel Casarin: Dove state scoprendo un effettivo riscontro della vostra attività?
Mario Ferrarelli: La partecipazione in qualità di sponsor tecnico e di espositore all’ultima edizione di Terra Futura a Firenze, ci ha mostrato che esiste un vivo interesse rispetto a ciò che proponiamo sia da parte degli addetti ai lavori che da parte del pubblico in generale. In quell’occasione abbiamo anche presentato il progetto MadeinTerra nell’ambito della cornice della ricerca universitaria sulla Conscious Corporate Growth, registrando un notevole riscontro.
di Redazione – GenitronSviluppo.com
Fonte: Genitron Sviluppo