“Equità e rispetto della biodiversità” così decrescenti e comune di Roma si incontrano

da | 24 Mag 2017

tavola rotonda alla prima festa della decrescita

Equità e rispetto della biodiversità: questi i temi al centro del dibattito tenutosi a Roma nel corso della Prima Festa nazionale della Decrescita felice organizzata dal circolo MDF Roma.

La tavola rotonda, diretta dal presidente di MDF, Lucia Cuffaro, ha visto intervenire 4 ospiti d’ eccezione:

A dare il via alle danze è stato Maurizio Pallante affrontando il tema dell’equità e rispetto della biodiversità in relazione anche al cambiamento climatico, tema da sempre molto caro al Fondatore di MDF. “La condizione di equità – spiega Maurizio Pallante – deve allargarsi rispetto a quella antropocentrica avuta sino ad ora. Se vogliamo invertire il paradigma che oggi ci spinge a consumare più risorse di quelle che la terra rigenera in un anno dobbiamo assolutamente superare la concezione antropocentrica che ci illude e ci fa credere che gli altri viventi siano stati fatti per noi. Occorre superare l’idea che gli esseri umani non siano parte della natura”. Superare Cartesio per abbracciare Hegel con l’ecologia, la scienza della relazione tra i viventi, questa la formula del Fondatore di MDF.

“L’aumento del debito monetario – incalza Maurizio Pallante – è un epifenomeno nei riguardi del debito che aumenta verso la natura e verso i giovani. I  vecchi contadini – spiega il Fondatore di MDF – piantavano gli alberi di cui non avrebbero mangiato i frutti. Oggi noi mangiamo i frutti degli alberi che spetterebbero alle generazioni future e non siamo più in grado di lasciare doni”.

Slow Food e l’ecologia: unico paradigma possibile è “Equità e rispetto della biodiversità”

“L’Aspetto ecologista è l’unico che riesce a darci una visione rispettosa della vita. – incalza subito dopo Pallante, il presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale  – Per noi di Slow Food uno strumento fondamentale è la valutazione della biodiversità. La biodiversità è stata distrutta dal produttivismo a tutti i costi. Un produttivismo spinto dal principio di dover nutrire una popolazione crescente che poi, in realtà, spreca più di quanto non necessiti. 

Noi buttiamo 13miliardi di tonnellate di cibo nel nome del produttivismo. Se rispettassimo la biodiversità e le vocazioni naturali dei territori non impoveriremmo le nostre aree”.

Altro aspetto affrontato dal Presidente di Slow Food Italia è stato poi il tema del costo delle materie prime.

Grazie alla nostra cultura che non include equità e rispetto della biodiversità noi perdiamo ogni anno 27mila specie vegetali.

I numeri sono pazzeschi. Possiamo immaginare un futuro che ci porta verso questa direzione?! – si interroga -. Noi dobbiamo chiedere di più anche al Legislatore. Dobbiamo arginare la prepotenza delle multinazionali. Pochi soggetti detengono il controllo della produzione del cibo.

Dieci soggetti controllano il 70% del mercato mondiale del cibo. Noi dobbiamo chiedere al legislatore di mettere dei limiti per evitare che le nostre scelte siano sempre obbligate. Dobbiamo mettere in piedi meccanismi nuovi.

Nella rivoluzione culturale occorre riscoprire la dimensione etica”.

Vuoi approfondire il tema dell’ Equità e rispetto della biodiversità?  Guarda il video della Tavola Rotonda a Roma.