L’8 Dicembre in piazza contro TAV, per il Clima e la Decrescita Felice

da | 27 Nov 2018

La linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione è l’emblema delle le grandi opere inutili e dannose che devastano il mondo. Un’opera segnata ormai da una clamorosa mole di documenti e dati che ne dimostrano l’assoluta inutilità e l’enorme danno ambientale e sociale. Basata su previsioni di traffico assolutamente divergenti dalle tendenze riscontrate nella realtà e progettata prima per persone, poi ripensata per merci.

Perché allora costruirla?

La manifestazione “Si TAV” del 10 novembre a Torino è stata voluta e promossa da un cartello di interessi politici ed economici variegato ed alquanto inquietante. Non ha proposto nessun nuovo contributo documentale o tecnico a supporto dell’opera, dato che, per stessa ammissione delle organizzatrici, non vi era grande interesse ad essere competenti in materia: “Non ne sappiamo niente di trasporti – va fatta perché….va fatta’ è stata la dichiarazione quasi letterale di una di loro” .

Ed ecco che allora bisogna “fare per fare”, perché bisogna crescere – investire miliardi in un tunnel che quasi nessuno utilizzerà è più importante dello spreco di denaro, è più importante del disastro ambientale, è più importante dello stravolgimento della vita di una comunità. Questo perché siamo accecati dalla speranza di una crescita che non averrà mai.

Più che una manifestazione, quella del 10 Novembre è stata l’ingenua espressione di una profonda paura dei tanti cambiamenti che accompagnano la fine di un’epoca, un attaccamento irrazionale ad un modello ideologico morente. Potremmo quasi definirla una sorta di “crisi d’astinenza da crescita”.

Il distruttivo modello basato sulla ideologia di una crescita infinita e a “qualsiasi costo” su di un pianeta finito, ha dominato l’immaginario collettivo degli ultimi due secoli, ed ora, dopo aver fallito tutte le sue promesse di prosperità e benessere, sta collassando sotto il peso della propria insostenibilità trascinando con sè l’intera biosfera. Siamo circondati dai disastri ecologici e sociali prodotti da questo modello: cambiamenti climatici, rialzo della temperature, innalzamento del livello dei mari, inquinamento di acqua, aria e suolo, migrazioni di massa ed esclusione sociale crescente. Insieme stiamo concorrendo alla distruzione delle condizioni che permettono la vita della specie umana sulla Terra.

Eppure c’è qualcuno che sembra ignorare tutto questo: il grado di distanza della piazza “Si TAV” dalla realtà si è palesato nelle dichiarazioni di una delle organizzatrici sulla decrescita felice.

Chiunque cerchi di proporre un paradigma culturale diverso, più sostenibile e che aspiri ad un maggior benessere per tutti, viene scimmiottato, travisato, percepito come forma di disturbo o addirittura di “minaccia” dimostrando l’assoluta cecità a ciò che sta avvenendo nel mondo.

Una marcia dei NO TAV da Giaglione a Chiomonte, Torino, 27 luglio 2013. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Per questo l’ 8 Dicembre saremo in piazza a Torino.

Il Movimento per la Decrescita Felice aderisce pienamente alla manifestazione NO TAV e invita tutte e tutti a presentarsi in Piazza Statuto a Torino l’8 Dicembre alle ore 14.00 saremo in piazza per affermare la necessità di un paradigma diverso da quello delle grandi opere inutili e dannose.

Saremo in piazza per ribadire la nostra vicinanza alla lotta NO TAV e alla Val Susa, nella quale si è creata una comunità che ama il suo territorio senza escludere, che ha rafforzato i suoi legami con la natura e tra le persone e ha iniziato a costruire concretamente un’economia diversa: compatibile con l’ambiente, solidale ed equa.

Saremo in piazza come azione di lotta ai cambiamenti climatici, perché dal 3 al 24 Dicembre a Katowice in Polonia, si terrà la COP 24 nella quale i capi di governo di tutto il mondo si riuniranno per concordare delle strategie per la riduzione di produzione di CO2. Saremo in piazza per far sentire la nostra voce, per ricordargli che non c’è più tempo! Che abbiamo bisogno di una strategia a emissioni zero ora!

Saremo in piazza perché questo è decrescita: non rinuncia, ma la costruzione collaborativa e partecipata di alternative sul territorio.

Saremo in piazza per iniziare un percorso di cambiamento, per un Mondo nel quale diminuiscano globalmente produzione e consumi di materie prime ed energia, si riducano quindi emissioni e i rifiuti; ridisegnando allo stesso tempo i rapporti sociali di comunità, per una vita più equa, solidale e felice.

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