Per raggiungere la neutralità climatica in Europa occorre modificare strutturalmente i consumi molto più che le produzioni

da | 16 Apr 2020

Foto di Erich Westendarp da Pixabay

E’ universalmente noto che l’impatto sul clima dei paesi sviluppati è dovuto non tanto e comunque non soltanto alle attività antropiche di chi vive in quei paesi ma anche, e soprattutto, da quelle che sono state necessarie per consentire ai cittadini di ogni paese sviluppato di usare/consumare tutto ciò che quei cittadini usano e consumano.

Per calcolare quindi l’impatto dell’Europa sul clima non è certamente sufficiente considerare ad esempio le emissioni degli impianti industriali o delle centrali termoelettriche presenti sul territorio europeo e che garantiscono lavoro ai cittadini europei e l’energia elettrica per le loro case, ma anche tutte quelle emissioni che sono state necessarie (ovunque prodotte) per realizzare le merci ed i servizi che quegli stessi cittadini acquistano, utilizzano e consumano.

Non è corretto quindi “colpevolizzare” ad esempio la Cina per le emissioni climalteranti necessarie a produrre tutto ciò che l’Europa importa. Quelle emissioni sono “causate” dai nostri consumi!

In sostanza importando prodotti noi importiamo anche le emissioni che la produzione, il trasporto, la commercializzazione, ecc…. di quei prodotti hanno generato. Ne siamo responsabili noi, non i paesi del terzo mondo che quei prodotti non consumano!

E’ troppo facile infatti dirsi “climaticamente quasi neutri” come fanno le nazioni del nord europa solo perchè oramai non hanno più industrie sui loro territori e si limitano a progettare, sviluppare servizi di marketing e commercializzare prodotti realizzati in paesi del terzo mondo che poi verranno importati per essere utilizzati e consumati nel proprio territorio, lasciando che siano quei paesi ad emettere gas climalteranti ed a inquinare.

Per farsi un’idea di quale sia effettivamente la situazione è sufficente dare uno sguardo a questa infografica tratta da questo articolo di Cristina BRADIMANTE, ricercatrice presso ISTAT.




Se quanto sopra è ben chiaro al comune cittadino europeo ci sarebbe da attendersi che lo sia ancor più al legislatore comunitario. Ed invece (purtroppo) così non è. E’ infatti in corso una iniziativa legislativa denominata Legge sul Clima tesa alla adozione di un regolamento che punta alla “neutralità climatica” misurandola esclusivamente sulle emissioni (e le azioni di compensazione) realizzate all’interno dei confini dei singoli Stati dell’Unione.

Per questa iniziativa, come per tutte le iniziative legislative in discussione presso il Parlamento Europeo per fortuna è data la possibilità a tutti i cittadini di proporre commenti e proposte di modifica. Ed il Movimento per la Decrescita Felice ha proposto quindi l’introduzione del seguente paragrafo nel primo articolo di tale regolamento:

Ai fini del presente regolamento per emissioni di gas a effetto serra si intendono tutte quelle derivate dall’attività antropica dei cittadini dell’unione, e quindi non soltanto le emissioni prodotte sul territorio comunitario, ma anche quelle (ovunque realizzate) derivanti dalla produzione, trasformazione, trasporto, commercializzazione e quant’altro necessario per l’utilizzo/consumo di qualsiasi prodotto da parte dei cittadini europei.


Riportiamo qui di seguiro il testo completo della proposta di MDF.

Il Movimento per la Decrescita Felice ritiene indispensabile l’adozione della legge/regolamento in questione affinché si possano attivare con tempestività tutte le iniziative necessarie a scongiurare il peggioramento della crisi ecologica in atto. In particolare plaude alle previsioni dell’art. 8 e dell’art. 10 che prevedono percorsi e strumenti di consultazione e coinvolgimento di tutta la popolazione: questa è la migliore strategia per la rapida, condivisa, partecipata e democratica definizione e attuazione di tali iniziative.

Ciò premesso ritiene che si debba evitare ogni possibile errore interpretativo della legge/regolamento in fase di approvazione affinché, nel conteggio delle emissioni di gas ad effetto serra si tenga correttamente conto non solo di quanto emesso all’interno del territorio europeo ma anche di tutte le emissioni relative all’utilizzo e consumo da parte di cittadini europei di prodotti realizzati fuori dal territorio europeo.

È noto infatti che seppur occorra ridurre le emissioni prodotti all’interno del territorio europeo, buona parte del contributo dell’Europa alle emissioni globali è dovuto a quanto in Europa si importa e si utilizza/consuma.

A titolo di esempio, qualora un cittadino europeo dovesse consumare 1 Kg di carne di vitello derivante dalla macellazione di un vitello cresciuto in Argentina, nel calcolo delle emissioni si dovranno considerare tutte quelle che si siano realizzate per far crescere il vitello (in Argentina), per la macellazione, per la trasformazione, il confezionamento, la commercializzazione (indipendentemente se queste attività siano state realizzate in Europa o meno), nonché per tutti i trasporti resisi necessari, ed infine per renderla commestibile (cioè cucinarla) e consumarla. Così come si dovrà tener conto anche di tutte le attività antropiche non rientranti nelle attività economiche e produttive quali, a mero titolo di esempio, quelle di combustione di qualsiasi tipo di combustibile per il riscaldamento degli ambienti domestici.

Per questo motivo il Movimento per la Decrescita Felice propone di modificare l’art. 1 della legge/regolamento inserendo, prima del l’ultimo capoverso il seguente testo:

Ai fini del presente regolamento per emissioni di gas a effetto serra si intendono tutte quelle derivate dall’attività antropica dei cittadini dell’unione, e quindi non soltanto le emissioni prodotte sul territorio comunitario, ma anche quelle (ovunque realizzate) derivanti dalla produzione, trasformazione, trasporto, commercializzazione e quant’altro necessario per l’utilizzo/consumo di qualsiasi prodotto da parte dei cittadini europei.



Purtroppo è estremamente probabile che questo appello resti inascoltato a meno che non venga fatto proprio e rilanciato da associazioni e cittadini che dopo una semplice registrazione, potranno inserire una propria proposta di modifica analoga a quella di cui sopra. Per fare questo è sufficiente andare alla pagina della Legge sul Clima del sito dell’UE: https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/12108-Climate-Law

Ed è per questo che invitiamo tutti quanti siano giunti al termine di questa lettura di fare questo piccolo sforzo per avviare un reale processo di cambiamento negli stili di vita e di consumo che inneschino rapidamente ed efficacemente quella metamorfosi necessaria (in occidente) per salvare l’umanità e il pianeta intero.