Riduzione o aumento dell’orario di lavoro?

da | 13 Dic 2022

Spunti tradotti da Giuseppe Massaro (MDF Brescia) dall’articolo Work time reduction or work time increase: What is the degrowth pathway?” di Markus Peter Sommersguter

 

Riduzione o aumento dell’orario di lavoro? Gli scenari all’interno delle teorie decrescenti.

Un articolo di Markus Peter Sommersguter su degrowth.info sottolinea come all’interno delle teorie decrescenti e post-crescita ci siano varie posizioni sulla quantità di lavoro che sarà necessaria in futuro.  Alcune teorie sono a favore di una riduzione dell’orario lavorativo (WTR: Work-Time Reduction) e altre suggeriscono che potrebbe essere necessario un aumento del lavoro globale.

 

Perché il tema del lavoro è una variabile importante nella trasformazione socio-ecologica?

In primo luogo, il lavoro è fondamentale nella trasformazione di risorse naturali in beni e servizi.  Sommersguter ci indica anche che è un’istituzione importante perché governa i flussi delle persone: è identitario, vocazionale e occupa il nostro tempo.

Infine, lavoro e produzione hanno un impatto ecologico e sono fattori essenziali nel flusso di energia fra natura e società. Di seguito le diverse posizioni analizzate nell’articolo.

 

WTR è d’obbligo per la sostenibilità del pianeta.

La riduzione dell’orario di lavoro è considerata il primo passo per una transizione socio-ecologica. Ad essa è collegata l’idea del “Lavorare meno per lavorare tutti”.
Inoltre è sempre più dimostrato come l’impatto ambientale sia correlato alle ore di lavoro: ridurre le ore di lavoro ridurrebbe l’impatto ambientale visto che ridurrebbe la quantità di materiale frutto del lavoro.
La riduzione dell’orario di lavoro aumenterebbe la disponibilità di ore per mansioni non retribuite, garantendo una maggiore uguaglianza di genere nella distribuzione di queste mansioni.
Aumenterebbe il tempo da dedicare all’autoproduzione e si vedrebbe il fiorire delle comunità resilienti slegate da lunghe filiere globali.
Infine si vedrebbe un aumento del benessere globale visto che si libererebbe tempo per attività ricreative

 

Perchè più lavoro potrebbe essere necessario in uno scenario decrescente.

La riduzione dell’orario si basa sul mantenimento di alti livelli di produttività che sono stati in parte raggiunti grazie alla fornitura a basso costo di combustibili fossili.  Spendendo 1 unità di energia, i combustibili fossili fornivano fino a 50 unità di energia. Ciò significa che il ritorno energetico sull’investimento (EROI) è 50:1. Al contrario, le energie rinnovabili hanno un EROI compreso tra 10:1 e 20:1. Il passaggio alle energie rinnovabili diminuisce quindi l’energia utile per il processo economico. Una minore energia utile si tradurrà in definitiva in una diminuzione della produttività. Ciò significa che potrebbe essere necessario più lavoro umano per soddisfare i bisogni umani.

Il secondo punto che Sommersguter analizza è la struttura economica e organizzativa dei paesi sviluppati. Sorman e Giampietro sostengono in questo senso che i paesi sviluppati non possono sia decarbonizzare le loro economie sia ridurre l’orario di lavoro a causa della loro struttura economica e organizzativa gonfiata. La crescita infatti è stata accompagnata da nuovi problemi che avevano bisogno di più risorse per essere risolti o arginati. Pertanto, sono stati istituiti grandi settori consumatori di energia rilevanti per il loro funzionamento (ad es. settore governativo e dei servizi). Questo apparato organizzativo deve essere mantenuto per risolvere le sfide odierne e future, come la migrazione e le questioni di sicurezza.

Spash sostiene che ogni tecnologia interviene nell’ecologia e che, se le applicazioni tecnologiche dovranno essere limitate in futuro, la produttività potrebbe diminuire. Livelli di produttività elevati sono di per sé dannosi in quanto legati allo sfruttamento delle risorse naturali, alla crisi ambientale, alla sovrapproduzione e allo sfruttamento del lavoro. Per cui la riduzione delle produttività potrebbe portare a quote di lavoro più elevate per gli esseri umani.

 

Come visto, gli studi sulla decrescita hanno generato posizioni opposte sul tema dell’orario di lavoro. A questo dibattito vanno aggiunti altri tasselli.

 

Punti mancanti in questo dibattito.

I punti fin qui analizzati si riferiscono solo alle condizioni attuali. Tuttavia, le condizioni dovranno necessariamente cambiare durante una trasformazione guidata dalla decrescita. Di seguito, Sommersguter presenta i punti più rilevanti per la discussione: la semplicità (organizzativa), la sufficienza e la diminuzione della produttività.

Sorman e Giampietro ritengono necessario mantenere i sistemi organizzativi gonfiati delle economie occidentali per risolvere, ad esempio, il problema delle migrazioni legate al clima. La decrescita però dipinge un panorama più semplice per trovare soluzioni a questi problemi. Infatti, se limitiamo riscaldamento globale allora le migrazioni potrebbero essere limitate. Le nuove tecnologie stanno creando molti effetti collaterali che richiedono soluzioni. Questi effetti potrebbero essere frenati in uno scenario di decrescita e di conseguenza anche il gonfiato apparato organizzativo può essere ridotto.

In uno scenario decrescente tutti gli esseri vivono dignitosamente ma non in eccessivo lusso. Per cui il consumo è limitato e di conseguenza produzione e lavoro. Meno beni e tecnologie richiedono un apparato più semplice per gestirli.

La proposta di ridurre l’orario di lavoro si basa sul presupposto che si mantengano elevati livelli di produttività che erano in gran parte consentiti dai combustibili fossili. Come visto in precedenza, il passaggio alle rinnovabili diminuisce l’energia utile. Questo fattore, in combinazione con considerazioni etiche (ad es. apprezzamento della natura, creazione di lavoro dignitoso) potrebbe ridurre notevolmente la produttività, il che significa che è necessaria più manodopera se tutto il resto rimane uguale.

Non è chiaro se una struttura organizzativa snella e la riduzione dei consumi possano o meno compensare i livelli di produttività più bassi e quindi ridurre il tempo di lavoro richiesto.

 

In conclusione, questo articolo sostiene che la questione del lavoro è fondamentale all’interno del dibattito sulla trasformazione socio-ecologica. Il dibattito sull’orario di lavoro all’interno della decrescita, invece, offre spunti controversi. Sommersguter fornisce argomenti sia per una diminuzione che per un aumento del lavoro in uno scenario di decrescita. Non c’è una posizione che definisca una direzione chiara su questo tema, ciò che possiamo affermare è che la difesa a priori del WTR non dovrebbe essere il pensiero dominante.