Di Lucia Cuffaro.
L’eccesso di sale fa male lo sappiamo bene! Questo perché contribuisce a vari disturbi, tra cui l’ipertensione. Il sedano è ricco di sodio e di conseguenza è un perfetto abbinamento per diminuire il sale da cucina oltre che essere digestivo! Un proverbio dice: “se il contadino sapesse il valore del sedano, allora ne riempirebbe tutto il giardino”. Spesso le parti che buttiamo (le parti dure e le foglie) sono le migliori.
Occorrente.
- parti dure di sedano
- mixer
- piattini di coccio
- barattolo di vetro con coperchio
Procedimento.
Ecco, quindi, come riutilizzarle per autoprodurre il cosiddetto “sale di sedano”, senza sale!!!
Consideriamo che è un modo popolare della tradizione italiana di chiamare questo preparato, ma non ha del sale. Il sedano essiccato e polverizzato è un concentrato di gusto e sapidità, ma non è ovviamente equiparabile al sale da cucina nel suo sapore. Riutilizziamo quindi sia le parti più dure alla base, che le foglie.
Tritiamo il tutto finemente in un mixer. Per farlo essiccare senza costi di energia e gas possiamo usare il metodo del sole ovviamente. Su piatti ben esposti a un bel sole allegro.
Oppure in inverno sfruttiamo il termosifone.
Mettiamo il trito su vari piattini di coccio ponendoli su un termosifone finché non si secchi completamente. O anche in forno utilizzando, anche in varie fasi, il residuo del calore di quando lo usiamo in cucina.
Dopo averlo fatto disidratare, lo facciamo raffreddare e poi volendo lo rimettiamo nuovamente nel mixer per renderlo ancora più fine.
Il sale di sedano si conserva per 3 mesi in vasetti di vetro ben puliti fuori dal frigorifero in un luogo fresco e asciutto
L’autoproduzione non è un hobby, è una rivoluzione. All’economia del profitto ad ogni costo, alla società del consumismo sfrenato, alla cultura delle spreco, noi di MDF rispondiamo con un atto politico semplice ma che si è dimostrato efficace in ogni tempo e luogo della storia umana. L’autoproduzione rende consapevoli dei beni necessari al ben-vivere, sviluppa creatività ed unicità nel realizzare ciò che ci serve. Il pensiero critico abbinato all’autoproduzione libera dalla schiavitù commerciale di acquistare prodotti inutili e dannosi per noi e per l’ambiente.