Un contributo di Remo Ronchitelli, socio del circolo di Cagliari e membro del Gruppo Tematico Decrescita&Economia(*)
Lo scorso 9 agosto è stata resa pubblica la prima parte del 6° Rapporto sul clima curato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), un organo intergovernativo aperto a tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite e della World Meteorological Organization (WMO). L’IPCC, al quale attualmente partecipano 195 Paesi, fra cui l’Italia, è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Migliaia di ricercatori provenienti da tutto il mondo contribuiscono al lavoro dell’IPCC su base volontaria.
Elisabetta Ambrosi, una giornalista che noi di MDF stimiamo molto e ringraziamo sempre per l’attenzione e la competenza con cui affronta i temi a noi cari, oltre ad essere anche una madre, leggendolo si ha scritto subito un articolo: “Clima, dopo aver letto il rapporto Ipcc noi genitori non sappiamo bene cosa fare”.
Si dice spaventata, pensa ai figli, pensa confusamente di poter scappare, non prevedeva questa realtà così drammatica e vicina. Si tratta di una presa di coscienza improvvisa, l’espressione di un enorme problema per tutta l’umanità, già previsto alla fine del XIX secolo (fu Arrhenius il primo a dire che bruciare carbone su scala industriale avrebbe modificato l’atmosfera riscaldato il clima).
E’ significativo che anche una come Elisabetta, che sicuramente era già molto consapevole di quanto sta accadendo anche prima della lettura del rapporto, sia così spaventata e confusa. E la ringraziamo per aver voluto condividere così apertamente il suo stato d’animo. Questa presa di coscienza diffusa attraverso i media è necessaria, tanto più necessaria se l’informazione fornita è completa, cruda nella sua descrizione del pericolo imminente, ma attenta a fornire le possibili soluzioni, che “esistono” e sono alla portata di “tutti”. Soluzioni non facili che cambiano molti aspetti della nostra “quotidianità”, ma possibili.
Al cuore di queste soluzioni ci stanno due Energie molto potenti che lavorano assieme: da un lato lo spirito di iniziativa, il coraggio, la creatività individuali e, dall’altro, la solidarietà delle Comunità Locali, a partire dai familiari, dai vicini, dal rione, e così via sino alle scale sociali più grandi e complesse. In sintesi, con le nostre azioni individuali e comunitarie possiamo dare un contributo salvifico come cittadini. Per Energia Individuale intendiamo quella focalizzazione delle nostre emozioni, pensieri, volontà, che in tempi antichi chiamavamo “Spirito”.
Le Comunità si alimentano di questa Energia di “tutti” i suoi membri, senza distinzione, piccoli, grandi, anziani, immigrati, maschi e femmine, in condizioni di parità. Questa vera e propria Potenza Collettiva, che, attenzione, richiede il contributo di “tutti”, può costruire e realizzare la soluzione, una soluzione valida per “tutti”. Troppo comodo dire che la soluzione spetta ai politici! Lasciare tutto in mano a loro sarebbe garanzia di fallimento. Lo stesso fallimento che avremmo se ci affidassimo al Mercato dei beni e servizi, in un momento in cui la produzione economica è compromessa da concorrenza, rivalità geopolitiche, crisi finanziarie, ristrutturazioni di settori ad alto impatto ambientale, delocalizzazioni, speculazione.
La paura e l’incoscienza sono i due atteggiamenti estremi che dobbiamo evitare come la peste. La forza, in momenti come questo, viene dalla coesione del gruppo: la fiducia nel genere umano è un aspetto che non può mancare proprio in questo momento difficile.
È necessaria dunque una forte spinta spirituale individuale e collettiva, intesa nella sua accezione più ampia e non riconducibile alla sola dimensione religiosa.
Siamo in una situazione mai verificatasi prima, in cui ciascuno è legato al prossimo oltre i confini locali, arrivando ad un legame planetario, nel bene e nel male della globalizzazione, come ha dimostrato la Pandemia del Coronavirus. Una situazione davanti alla quale non esistono procedure sperimentate o sperimentabili. D’altra parte il rischio di danni irreversibili al Clima ed all’Ambiente denunciato da IPCC non consente di perdere tempo per inventarsi nuove tecnologie che poi andrebbero sperimentate. Resta l’opzione di limitare la produzione ed il consumo, cambiando sia produzione e consumo per garantire a “tutti” un buon livello di benessere, di sicurezza, di fiducia nel futuro e nel prossimo. Un “prossimo” che può essere distante migliaia di chilometri.
Allora, a quella Mamma spaventata e alle tante che, come lei, vorrebbero dimenticarsi del problema e continuare a vivere come nulla fosse, partendo dal presupposto di non poter fare nulla, vogliamo gridare, con tutta la forza e la grinta possibile, che invece c’è ancora speranza. Per iniziare, sono sufficienti poche azioni: consumo consapevole e acquisti locali, possibilmente senza imballaggio; preferire la bicicletta.
Tutti noi possiamo contribuire in misura importante, con alcune semplici azioni, a porre rimedio alla situazione che anche le nostre abitudini di consumo hanno determinato. Da noi infatti dipende ciò che viene prodotto. Se noi non compriamo qualcosa, le imprese smetteranno di produrlo perché non c’è la cosiddetta “domanda”.
Se evitiamo di comprare beni che hanno un imballaggio in plastica, riempiamo bottiglie di vetro con l’acqua dei distributori presenti nel Comune, oppure compriamo verdure dai contadini e le portiamo a casa in cassette di legno che poi restituiamo ai contadini stessi, stiamo compiendo scelte importanti che riducono i rifiuti e diminuiscono anche le emissioni di CO2 perché stiamo anche contribuendo a limitare il trasporto di questi beni di consumo.
E poi, potremmo camminare di più e usare la bici almeno per andare a scuola, al bar, in centro. E dovremmo pretendere che la strada verso il lavoro sia affiancata da una pista ciclabile seria e soprattutto sicura. In questo modo ridurremmo la produzione del cosiddetto “particolato atmosferico”, il PM10 ad esempio. Si tratta di polveri micrometriche, cioè piccole come la millesima parte di un millimetro che i nostri polmoni non riescono agevolmente a filtrare.
E’ legittimo domandarsi se ce la faremo, se noi cittadini possiamo contribuire davvero. La risposta che con forza bisogna darsi ogni singolo giorno che abbiamo la fortuna di vivere è che possiamo fare scelte consapevoli come queste:
- Riparazione, riuso, riciclo
- Prendersi cura dei parchi
- Piantare alberi
- Agroecologia
- Pulizia collettiva di fossi/argini
- Orti urbani
- Plogging (jogging con raccolta di rifiuti)
- Corretta raccolta differenziata
- Mercatino dell’usato
- Pannelli solari/fotovoltaici
- Mobilità sostenibile
- Lavoro da remoto (smart working)
- Economia circolare
- Acquisto da aziende sostenibili
- Comprare sfuso
- Comprare tramite Gruppo di Acquisto Solidale
- Partecipare a Comunità che supportano l’agricoltura
- Consumo consapevole
- Autoproduzione
- Aderire a Comunità energetiche
Se ogni giorno che passa aggiungiamo una azione “virtuosa” , alla fine avremo contribuito, insieme a “chi di competenza” a garantire un giusto equilibrio fra il nostro benessere e quello delle future generazioni. Anzi è proprio grazie al nostro agire individuale che “chi di competenza” troverà forza e sostegno per le azioni sistemiche che sono necessarie ancorchè impopolari. Grazie al nostro agire individuale infatti contribuiremo alla creazione di quelle condizioni che rendano queste azioni meno impopolari e stimoleremo il coraggio e la responsabilità di “chi di competenza” per agire come dovrebbe.
Quindi non perdiamoci d’animo. Facciamo squadra con i nostri Figli e i nostri Nipoti e lottiamo insieme per invertire la rotta!
Image by Anemone123 from Pixabay
(*) Gruppo Tematico Economia & Decrescita MDF
Il Gruppo Tematico è nato nel giugno 2015 allo scopo di affrontare il rapporto tra Decrescita ed Economia in modo sistematico, sia a livello microeconomico (proposte economiche in ambiti specifici) che a livello macroeconomico (definizione dei parametri che possono caratterizzare uno scenario economico con un impatto ecologico sostenibile).
Unisciti a noi: Chiunque può entrare nel Gruppo Tematico, manifestando il proprio interesse e scrivendo la propria disponibilità all’indirizzo email: info@decrescitafelice.it
Per approfondire: I contributi, i modelli e gli articoli redatti dal Gruppo Tematico Economia & Decrescita MDF sono consultabili in questa sezione del sito