Una e Trina – Lettura Spirituale della Costituzione Italiana

da | 24 Apr 2024

Segnaliamo l’uscita del libro del nostro socio Paolo Fusco “Una e Trina – Lettura Spirituale della Costituzione Italiana”, Anemos Edizioni). Qui di seguito il testo della quarta di copertina.

In molti dei testi sacri giunti fino a noi – appartenenti alle principali religioni e vie sapienziali antiche – l’uomo, la divinità e l’intero universo possiedono una struttura trinitaria. Questa conoscenza può essere ritrovata anche in pensatori che si sono mossi in territori apparentemente distanti da quello spirituale. Se la Trinità divina si riflette nell’essere umano creato a sua immagine (Corpo, Anima e Spirito), perché non supporre che anche l’organismo sociale si fondi su una analoga struttura trinitaria (politica, economica e sociale)? Questa intuizione di Rudolf Steiner (in parte anticipata da Platone) oggi può guidarci a riscoprire il testo sacro più importante che abbiamo: la Costituzione Italiana.
E, non a caso, tre sono i compagni con cui affrontare questo viaggio: lo stesso Steiner, Simone Weil e Adriano Olivetti. Rileggere i primi 54 articoli della Costituzione alla luce del pensiero di questi tre grandi personalità ci può indicare quale debba essere oggi il compito di quanti, non riconoscendosi nella deriva materialista, sviluppista, tecnocratica, transumanista, intendano intraprendere un cammino alla riscoperta dei valori fondanti dell’essere umano. Compito che inizia con la consapevolezza della natura di quel lavoro, con cui si apre l’articolo 1 e che ognuno di noi è chiamato a svolgere: un lavoro spirituale.

 

Qui di seguito la recensione di Francesco Gesualdi (fondatore del CNMS):

“Una e trina” è un libro ampio che non si occupa solo di Costituzione, anzi la Costituzione è l’occasione per proporre un’altra visione della società e più in generale della vita. Una nuova concezione di cui l’umanità ha estremo bisogno per garantirsi un futuro di qualità.

Da quando il mondo è stato colonizzato dalla mentalità mercantile, l’essere umano è stato ridotto a soggetto, che a seconda della posizione sociale, deve essere un buon lavoratore disposto ad ogni forma di sopruso, un consumatore agguerrito che non pone limiti alla propria capacità di acquisto, oppure un accumulatore seriale di ricchezza tramite il possesso di immobili, titoli finanziari, proprietà aziendali, con l’obiettivo di ottenere altro profitto da capitalizzare ulteriormente. In ogni caso soggetti ad un’unica dimensione, senza anima, senza sentimenti, senza capacità di relazioni. Totalmente ripiegati su se stessi impegnati a uniformarsi al modello di homo economicus che il sistema ha predeterminato per noi tutti.

E i risultati di questa impostazione, che dà importanza solo al perseguimento della ricchezza, si vedono. Incapace perfino di capire che la produzione esige risorse e quindi spazi ambientali per assorbire i rifiuti prodotti durante produzione e consumo, il sistema mercantile di tipo capitalista si è dato come obiettivo la crescita infinita finendo per tagliare il ramo su cui è ospitato. Le risorse, tutte le risorse, dall’acqua alle foreste, dai terreni fertili ai minerali, sono entrati in riserva, mentre la crisi climatica ci ricorda che stiamo inondando il pianeta di rifiuti che non è capace di metabolizzare. Lo stato di squilibrio ambientale raggiunto dal pianeta è tale da mettere in discussione l’esistenza stessa del genere umano. Una crisi ambientale che si accompagna a una crisi sociale non meno grave, come dimostrano le disuguaglianze che caratterizzano ogni punto del globo. Basti dire che i 26 miliardari più ricchi della terra posseggono un valore patrimoniale complessivo più alto di quello detenuto dai 3,8 miliardi di persone più povere. Crisi ambientale e crisi sociale che si accompagnano a una terribile crisi esistenziale come mostrano gli alti numeri di depressione, di suicidi, di persone che fanno uso di stupefacenti per provare un attimo di godimento tramite la fuga dalla realtà ritenuta troppo insoddisfacente da poter affrontare.

Paolo Fusco, autore del libro, è convinto, e io assieme a lui, che la strada per allontanarsi dall’orlo del baratro su cui stiamo ballando, è la riscoperta di altre visioni e in particolare quella definita come triarticolazione sociale espressa da Rudolf Steiner. Una concezione secondo la quale ogni essere umano e ogni forma di convivenza umana è formata da varie dimensioni che devono convivere in equilibrio fra loro. Ognuna rispondente a specifiche esigenze, ma al tempo stesso tutte interconnesse per garantire, tutte assieme, una vita equilibrata che porti alla felicità. Fra le varie dimensioni c’è quella della spiritualità ,ossia dei valori, che danno direzione di marcia all’esistenza. Ci siamo illusi di poter costruire le nostre vite individuali e le nostre società inseguendo unicamente il mito della ricchezza dimenticando il valore della solidarietà, dell’equità, della sostenibilità, in una parola del rispetto, ed abbiamo prodotto il mostro che conosciamo. Ora si tratta di procedere ad un’altra costruzione finalmente capace di perseguire un altro spirito, quello della pace, della giustizia, dell’affettività, della sostenibilità, presupposti indispensabili della piena realizzazione umana. Un compito che ci atterrisce, ma che non va inventato da capo. Anche perché è la sfida che si ritrova in ogni epoca, da quando l’essere umano è presente sulla terra.

Per di più Paolo ci rassicura: noi abbiamo già una Costituzione che va in questa direzione. Passando in rassegna ognuno dei dodici principi fondamentali e i successivi 42 articoli riservati agli specifici diritti e doveri, dimostra, come tutta la convivenza social ed economica pensata dai nostri padri costituenti fosse ispirata a spirito di armonia, capace di tenere insieme tutte le esigenze del vivere individuale e collettivo. Un lavoro di dimostrazione svolto non solo studiando gli atti parlamentari prodotti dall’Assemblea Costituente, ma arricchito anche da riflessioni espresse da pensatori eminenti come Steiner, Weil, Olivetti e altri.

In conclusione, il libro di Paolo è un messaggio di speranza. Ci dice che ce la possiamo fare perché le fondamenta sono già state messe. Noi dobbiamo solo riscoprirle e attuarle.

Grazie Paolo per avercelo ricordato.