In Europa tira una brutta aria. Maglia nera all’Italia

da | 26 Set 2012

In Italia la qualità dell’aria è tra le peggiori in Europa. Lo rivela il rapporto annuale presentato lunedì scorso dall’Agenzia europea per l’ambiente, organismo dell’Unione europea. Il dossier Ue fa riferimento al periodo 2001-2010 e segnala come l’Italia nel 2010 abbia “superato più spesso” il valore limite annuale per le Pm10 (in vigore dal 2005) insieme a Polonia, Slovaccia, area balcanica e Turchia”.

Nel dossier si legge che il particolato (PM) è l’inquinante dell’aria considerato di maggiore impatto nelle grandi città e rappresenta un rischio per la salute di tutti i cittadini dell’Unione europea. Il rapporto stima che nel 2010, il 21% della popolazione urbana è stata esposta a livelli di PM10 superiori alla concentrazione limite Ue, istituita per salvaguardare la pubblica salute.

Fino al 30% della popolazione urbana è stata esposta ad alte concentrazioni di polvere sottili (PM2.5), ben oltre il limite in Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia.

Nel 2010 l’Italia primeggia in negativo anche sul fronte dell’ozono, con i valori europei più alti registrati in Italia settentrionale, con una concentrazione che ha superato di oltre due volte la soglia limite. Per quanto riguarda il monossido di carbonio, l’Italia è l’unico Paese ad aver sforato i limiti nel 2001, nel 2005 e nel 2010. Inoltre, risulta eccessiva anche la presenza di nickel nell’aria italiana e del benzene/benzopirene, agente cancerogeno cui è stata esposta una parte considerevole della popolazione urbana in Europa (20-29% tra il 2008 e il 2010) e che per questo sarà oggetto di ulteriori studi.

In Europa, in generale, i cittadini respirano aria inquinata a livelli superiori ai limiti internazionali. Particolare allarme desta la presenza di ozono nell’aria cui è sottoposto il 17% dei cittadini dell’Unione.

Un terzo dei cittadini europei, riferisce il direttore esecutivo dell’Agenzia Jacqueline McGlade, respira aria inquinata mentre i Governi non hanno saputo rispettare gli impegni vincolanti che imponevano un abbattimento degli inquinanti. Il rapporto sottolinea poi come se si applicassero i limiti di accettabilità dei livelli di inquinamento indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità, molto più severi di quelli europei, i livelli risulterebbero superati dell’80% per il particolato e del 97% per l’ozono.

“Questa relazione – ha dichiarato il commissario per l’Ambiente, Janez Potocnik – serve a ricordarci quanto sia importante la qualità dell’aria per la salute dei nostri cittadini. Ecco perché voglio che il 2013 sia l’anno della qualità dell’aria e perché intendo concentrarmi sul rafforzamento della nostra normativa in materia per poter affrontare i problemi che sono stati individuati oggi”.

Potocnik ha annunciato che, al fine di proteggere la salute dei cittadini europei dagli effetti nocivi dell’inquinamento, il 2013 sarà l’anno dedicato alla qualità dell’aria.

“L’81% dei cittadini Ue – ha spiegato il commissario europeo – è esposto a livelli di inquinamento più elevati rispetto ai limiti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)”.

È dunque arrivato il momento, secondo Potocnik, di aggiornare e rafforzare le regole sui limiti degli inquinanti.

In merito al dossier sulla qualità dell’aria in Europa è intervenuto Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, secondo cui la maglia nera assegnata all’Italia per la qualità dell’aria conferma che nel nostro Paese “c’è una vera e propria emergenza smog, una malattia cronica che colpisce tantissime città italiane e che non accenna a placarsi”.

Secondo Zampetti, “per porre un freno all’inquinamento atmosferico in città è indispensabile adottare misure più concrete, strutturali ed efficaci come l’incremento del trasporto pubblico locale e del servizio ferroviario per il trasporto pendolare, il pedaggio urbano, l’estensione delle zone 30 e delle aree pedonali, delle corsie preferenziali per i mezzi pubblici e favorire l’incremento degli spostamenti in bicicletta lungo le strade cittadine. La soluzione è dunque possibile, ma richiede più coraggio da parte degli amministratori, e più responsabilità da parte dei cittadini”.

Il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente è stato commentato anche dalla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia). “Ogni ettaro di terreno agricolo – spiega la Cia – assorbe 2 tonnellate l’anno di anidride carbonica. Ma l’urbanizzazione sregolata nell’ultimo decennio ha già cancellato quasi 2 milioni di ettari coltivati”.

“Se la maglia nera per la qualità dell’aria tocca all’Italia, la colpa è anche della cementificazione selvaggia, che ha scippato all’agricoltura 1,9 milioni di ettari negli ultimi dieci anni”.

“È chiaro, quindi – spiega la Cia – che oltre a incoraggiare e favorire la nascita di nuovi spazi verdi in città e ad assumere una condotta eco-compatibile, ad esempio promuovendo l’utilizzo dei mezzi pubblici per migliorare la qualità dell’aria bisogna anche dire basta al consumo di suolo agricolo e difenderlo da abusivismo e urbanizzazione incontrollata, che estendono le metropoli a dismisura divorando senza sosta campagne e terreni coltivati”.

Alessandra Profilio

Fonte: Il Cambiamento