Giovanni Leoni (imprenditore agricolo, agrivillaggio di Vicofertile) Agrivillaggio: laboratorio di futuro. Un nuovo paradigma di sviluppo per vivere in modo sostenibile e in pace su questo pianeta

da | 23 Lug 2014

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La crisi economica che stiamo vivendo è la crisi di un sistema che non è più sostenibile per il pianeta: stiamo consumando le risorse ad un ritmo più veloce di quello che occorre per rigenerarle e le persone sono sempre più spinte al “conflitto” personale o internazionale per assicurarsi tali risorse.

Come cambiare? Verso quale modello di vita futura ispirarci?

L’Agrivillaggio è un modello sperimentale di come sia possibile realizzare un insediamento umano ad impatto tendente a zero, cioè sostenibile, con un alta qualità di vita utilizzando le nuove conoscenze e tecnologie: spostare più “bite” e meno atomi è il nuovo paradigma.

Per realizzare tale modello abbiamo considerato INSIEME tutti gli aspetti che caratterizzano la vita degli esseri umani sulla Terra, cioè la necessità e la possibilità di procurarsi il cibo, di abitare, di riscaldarsi, di vestirsi, di smaltire i propri rifiuti, di lavorare, di vivere in comunità aperte al mondo circostante, ma al tempo stesso di avere spazi o momenti privati e di stabilire rapporti di solidarietà interpersonale e generazionale che possono essere alla base di un primo naturale “welfare”. Il contenitore dell’insediamento umano è l’azienda agricola.

Grazie alla collaborazione con Università e professionisti che si sono appassionati a questo progetto, LAVORANDO INSIEME, “in TEAM “, è stato possibile mettere a punto un modello sorprendentemente semplice, nel quale la vicinanza fisica tra le diverse attività crea una sinergia che permette una enorme riduzione degli sprechi e la conservazione dei cicli di materia ed energia. Quindi uso e non un consumo del suolo, dell’acqua, delle materie e dell’energia, con un impatto calcolato matematicamente pari a 1 (talvolta anche al di sotto di 1): l’insediamento è perciò sostenibile dal punto di vista ambientale, poiché lascia alle generazioni che verranno le stesse risorse.

Ci siamo quindi preoccupati di studiare se questo modello potesse essere anche sostenibile socialmente ed economicamente. I risultati sono che lo stile di vita nell’Agrivillaggio è più a misura d’uomo (cioè risponde maggiormente ai bisogni e ai desideri della maggior parte delle persone) rispetto agli attuali standard e abbassa notevolmente i costi per vivere a parità di qualità.

I vantaggi di questo modello si estendono anche alla periferia circostante, che può partecipare ad ogni aspetto della vita di questo “quartiere”, può sfruttarne gli spazi verdi, i cibi a Km 0 e, almeno parzialmente, le modalità di riutilizzo dei rifiuti.

Per funzionare l’Agrivillaggio ha bisogno della collaborazione di persone con competenze diverse: si creeranno quindi nuovi posti di lavoro qualificati. Nel piano economico non si è tenuto conto di sovvenzioni o finanziamenti da parte delle Istituzioni: l’Agrivillaggio è in grado di produrre “ricchezza” autonomamente.

Questo modello può adattarsi a diverse situazioni territoriali e potrebbe essere un’opportunità contagiosa per altre aziende agricole, ma anche un modello di riferimento per la costruzione o la riqualificazione di aree urbane.

Il modello Agrivillaggio è il motore per l’avvio di una economia che si ispira a concetti completamente nuovi e sostenibili di produzione e di utilizzo dei beni prodotti (l’Agrivillaggio sposa la filosofia “cradle to cradle”), applicabili a tutti i settori, compreso quello educativo/scolastico e il “welfare”.

www.agrivillaggio.com