Un piccolo cambiamento ma utile. Dall’anno prossimo il CNEL e l’Istituto di Statica italiano (ISTAT) inizieranno a valutare meglio la società. Con un comunicato stampa l’ISTAT ci informa che introdurrà altri indicatori per cercare di raccontare meglio le condizioni umane. Un’apertura molto tardiva ma comunque necessaria ed utile, diciamo: meglio tardi che mai. Sin dal principio, studiosi e sociologi, erano ben consapevoli del fuorviante Prodotto Interno Lordo (PIL) e soprattutto quanto sedicenti esperti usassero i dati manipolati per creare scenari utili ad alcune SpA. Il sistema globale è al collasso perché in generale, gli istituti che “controllano” la società non forniscono dati ragionevoli, ricordiamo ad esempio il ruolo negativo dei “sicari dell’economia” che truffano Governi e popoli a sostegno di certe SpA americana (Perkins docet). Ricordiamo il ruolo negativo del Fondo Monetario Internale (FMI), della Banca Mondiale e del “club dei nove” banchieri che scommettono sugli Stati grazie all’uso di formule matematiche (strumenti finanziari derivati); si tratta di giochi che agiscono sopra l’economia reale ed usurpano i diritti umani grazie al consenso degli stessi Governi. Non bisogna dimenticare la radice vera del malessere sociale globale: la creazione della moneta debito dal nulla e prestata a corso forzoso ai popoli e caricata di illegittimi interessi (usura).
Ma entriamo nel merito dei nuovi indicatori che integrano l’obsoleto PIL. Finora il concetto di ricchezza è stato manipolato dai media che per decenni hanno ripetuto la stessa bugia: crescita dei consumi è benessere. Nel 2011 nascerà anche in Italia un gruppo di studio che indagherà meglio la società. Questa scelta è la conseguenza di anni di ricerche, I fratelli Kennedy furono i primi politici a criticare pubblicamente l’attuale modello di sviluppo e qualche anno fa la Commissione di studio Stiglitz-Sen-Fitoussi ha individuato nuovi criteri da tenere in considerazione per misurare meglio il progresso umano.
Ecco alcuni presupposti interessanti:
non esiste una misura singola che possa dar conto di tutte le varie dimensioni del benessere e gli indicatori compositi non sono una risposta soddisfacente, così come la misura della felicità
non potendo avere un unico indicatore, ci si deve concentrare sulle dimensioni rilevanti per il benessere degli individui. Sulla base delle ricerche disponibili, otto appaiono le più importanti: lo stato psicofisico delle persone, la conoscenza e la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo, il lavoro, il benessere materiale, l’ambiente, i rapporti interpersonali e la partecipazione alla vita della società e l’insicurezza. Inoltre, bisogna guardare alla distribuzione di tutte le dimensioni del benessere (equità);
la sostenibilità non è solamente un fenomeno ambientale, ma comprende elementi di carattere economico e sociale e può essere misurata solamente guardando agli stock di capitale che la generazione attuale lascia in dote a quelle successive (stock di capitale prodotto, di capitale naturale, di capitale sociale e di capitale umano);
La notizia è molto importante ed i cittadini insieme ai dipendenti eletti dovrebbero avviare un reale cambiamento culturale. I dati che verranno forniti cambieranno la percezione dell’opinione pubblica, questo è indiscutibile.
Gli indicatori sono già noti quindi anziché attendere in maniera passiva gli Enti pubblici possono copiare e sperimentare per anticipare il cambiamento che avverrà e quindi aiutare i cittadini a crescere meglio.
Intanto, i circoli del Movimento per la Decrescita Felice (MDF) applicano stili di vita che coincidono coi “nuovi” indicatori ben consapevoli che amore, passioni, creatività e sobrietà sono i veri valori. Autoprodurre il cibo e l’energia in una comunità conviviale e sviluppare la resilienza sono priorità assolute. Applicando l’art.47 della Costituzione è possibile creare una moneta libera dal debito (di proprietà della Repubblica italiana) per finanziare i diritti umani: istruzione, ricerca, diritto alla casa e sanità. Con una moneta credito è possibile ristrutturare l’intero patrimonio edilizio esistente (sicurezza statica, eliminazione degli sprechi energetici e fonti alternative).