Dopo il voto, inaccettabile, del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ha autorizzato, insieme alla no-flight zone, il ricorso a "tutte le misure necessarie" (di fatto il via libera ai
bombardamenti), si moltiplicano le notizie di un imminente intervento militare anglo-francese (con una misera foglia di fico araba) sulla Libia.
Noi, che siamo cittadini di un paese che porta responsabilità grandi per la situazione che storicamente si è creata in quel paese, ci dichiariamo disponibili a sostenere ogni azione legittima che contribuisca a fermare lo spargimento di sangue e a trovare una soluzione politica alla crisi, mentre dichiariamo la nostra ferma contrarietà ad ogni azione bellica condotta dall’esterno contro un
paese sovrano.
Quale che sia il regime, quale l’ordinamento che lo regge, la Libia resta un paese sovrano. Un paese diviso, in preda a una guerra civile assai grave, che ha già prodotto migliaia di vittime, ma non vi sono tribunali esterni, tanto meno armati, che potranno sciogliere legittimamente i nodi che vi si sono aggrovigliati. Non c’è alcuna legittimità in questa impresa, se verrà tentata.
L’obiettivo è consegnare la Libia a un partner affidabile in qualità di fornitore di materie prime energetiche.
Sappiamo già che la no-flight zone sarà presa come pretesto per bombardamenti, come al solito "chirurgici", di cui altri morti, militari e civili, saranno il prezzo che il popolo libico dovrà
pagare.
Ironia della sorte, toccherà di nuovo a Francia e Inghilterra il ruolo infausto che assunsero nella lontana crisi di Suez. Allora agirono apertamente nel loro interesse. Oggi fingono di farlo per
"ragioni umanitarie".
Marino Badiale,
Gennaro Carotenuto,
Angelo Del Boca,
Giulietto Chiesa,
Massimo Fini,
Maurizio Pallante,
Fernando Rossi,
Alex Zanotelli.
Firma la petizione di "Uniti e Diversi" contro l’intervento militare
in Libia, clicca qui:
http://www.petitions24.com/nessun_soldato_italiano_in_libia