Libia, war game: raid franco-inglesi già pronti dal 2010

da | 6 Apr 2011

C’è un dittatore feroce, che regna col terrore su un “paese del sud”. Un giorno il dittatore cede il potere al figlio, e la situazione peggiora ulteriormente. A quel punto, entrano in azione i “buoni”, Francia e Gran Bretagna: che, con mirati raid aerei, intervengono per fermare i tiranni, padre e figlio. Gheddafi? Mubarak? Chi può dirlo. Il “paese del sud” si chiama semplicemente Southland, e figura in una sorta di war game presentato su un sito web dell’aviazione francese, che – si apprende – fin dal 2010 si addestrava, insieme a quella inglese, per un’evenienza del genere. «L’attacco franco-britannico contro la Libia – ne deducono Pino Cabras e Giulietto Chiesa – pare non avesse niente a che fare con operazioni umanitarie di sorta».

L’intervento, scrive “Megachip”, sarebbe stato programmato con larghissimo anticipo: non solo rispetto alla rivolta che ha sconvolto la Libia, Rafalema addirittura assai prima della sollevazione egiziana. Rivelazione «piuttosto sconvolgente», che emerge da un sito ufficiale legato a uno dei comandi dell’“Armée de l’Air”, l’aeronautica militare parigina: www.southern-mistral.cdaoa.fr.  Sono infatti le pagine del Comando della Difesa Aerea e delle operazioni Aeronautiche (Cdaoa), con tanto di logo colorato, a regalarci la descrizione di un “gioco di guerra” poi puntualmente ricalcato dallo scenario libico di questi giorni.

Titolo e logo contengono il nome in codice dell’operazione in codice: “Southern Mistral 2011”. L’aggettivo britannico è lo stesso sia nelle pagine in inglese del 4 marzo 2011, sia in quelle anteriori  del 17 febbraio, in francese. Proprio i francesi appaiono gli iniziatori di fatto, oltre che gli “ospitanti”: sono transalpine tutte le basi impegnate nell’operazione. Nella presentazione in home page, l’antefatto: «Il 2 novembre 2010 la Francia e la Gran Bretagna hanno firmato un accordo senza precedenti in tema di difesa e sicurezza», di cui fa parte l’esercitazione “Southern Mistral”, «programmata per il periodo dal 21 al 25 marzo 2011». Forze congiunte, dunque, e «uno specifico raid aereo (“Southern Storm”) che realizzerà una attacco convenzionale a largo raggio d’azione», coinvolgendo 500 addetti.

Il sito, continua “Megachip”, non si limita a dare questa succosa informazione: precisa, con dovizia di particolari, corredati di fotografie, descrizioni e dettagli tecnici, che proprio nel mese di marzo 2011 sono destinati all’operazione “Tempesta del Sud” una trentina di velivoli. Ovvero: i Tornado della Royal Air Force accompagnati da un aereo cisterna Vickers-10 e un Boeing E3D, e i Mirage francesi di ultima generazione; i famosi Rafale, che oggi sorvolano i cieli libici, non compaiono nella lista di “Southern Storm” ma figurano nelle fotografie del sito, insieme a diversi tipi di elicotteri. Il comando citato è Lione Mont-Verdun, mentre a Digione sono previste operazioni di “sincronizzazione” tra paracadutisti francesi e inglesi, e un altro reggimento britannico è atteso a Captieux per apprestare «misure southernmistral2011di polizia aerea elitrasportata». Obiettivo: colpire avversari «in lento movimento» a terra.

«Le immagini che stiamo vedendo in tv, che mostrano il tiro al bersaglio con missili contro i tank di Gheddafi, sembrano la rappresentazione precisa di questi documenti», scrivono Chiesa e Cabras. «E, a quanto pare, lo sono. Infatti è dallo stesso sito, sotto la voce in homepage di “Conflict Summary”, si può leggere il significato di quel “Southern” che compare nel titolo». Si tratta di un paese immaginario, di nome Southland. Un paese con un governo “specificamente autoritario”, nel quale stanno accadendo «cose stranamente vicine ai racconti e analisi che abbiamo letto sui giornali in queste settimane, quasi che chi ha scritto queste righe avesse la possibilità di guardare dentro una sfera di cristallo».

Secondo la simulazione, il figlio del dittatore – succeduto al padre – ha aumentato l’aggressività di Southland, attaccando “interessi strategici francesi”. Naturalmente, chi progetta un’offensiva – sia pure immaginaria, contro un paese immaginario – deve prima dotarsi di prove che “dimostrino” le colpe del nemico, in modo che possa essere severamente punito in tempi rapidi. Ecco quindi l’inevitabile risoluzione dell’Onu, che nel gioco di guerra è targata col numero 3003: è lo strumento decisivo che autorizza il presidente francese e il premier inglese a “dare un’immediata e congiunta risposta a questa offesa”, che si tradurrà in un “attacco Tornado Rafconvenzionale a lungo raggio contro un obiettivo strategico all’interno di Southland”.

Resta solo un dubbio, scrivono Chiesa e Cabras: ma questo Southland è proprio la Libia? Non potrebbe essere l’Egitto? «Anche là il dittatore pensava di mettere al suo posto il figlio, ma alla luce degli avvenimenti successivi non si direbbe che gli strateghi parigini e londinesi a questo pensassero». Insomma: «Lo schema era pronto, la mobilitazione rodata». Le coincidenze non sono sfuggite al parlamentare statunitense Dennis Kucinich, che in una lettera a tutti i suoi colleghi ricorda che «mentre i giochi di guerra non sono affatto rari, le somiglianze fra “Southern Mistral”» e l’attuale operazione «mettono immediatamente in luce la quantità di domande che rimangono senza risposta in merito ai nostri programmi militari in Libia». E aggiunge: «Non sappiamo da quanto tempo l’attacco alla Libia fosse in preparazione, ma dobbiamo scoprirlo. Non sappiamo chi rappresentano davvero i ribelli né come sono diventati armati, ma dobbiamo scoprirlo» (info: www.megachip.info).

Fonte: Libre