Riflessi e miraggi

da | 13 Giu 2012

“Riflessi e miraggi” è un progetto frutto dell’incontro tra me e Matteo Majer durante una collaborazione formativa. Le nostre differenti storie culturali e professionali (io socioantropologo e lui psicologo) sono spunto di confronto e ci hanno portato ad interrogarci sul mestiere che ci accomuna, mestiere affascinante che tocca e unisce tutte le fasi del processo di gestione delle persone nelle organizzazioni.

Un’altra cosa ci unisce: amiamo camminare! E allora … perché non invitare anche altri camminatori (reali o desideranti) in un trekking avente come fine quello di riflettere proprio su questo mestiere, sulle sue prospettive, ma anche sulle collaborazioni da costruire? Ed ecco qua. Speriamo vogliate leggerlo e decidiate di rispolverare le pedule o di acquistarne, finalmente, un paio. Umberto Porri & Matteo Majer

Varie sono le occasioni in cui la comunità di chi si occupa di “persone” nelle organizzazioni può ritrovarsi a confronto su idee, pratiche, esperienze e altro. Correremo, comunque, il rischio di aggiungere un’ulteriore proposta. Lo faremo sperando che una modalità meno praticata, ma in rapida crescita, aiuti a tenere l’attenzione oltre le prime cinque righe: proponiamo, infatti, un viaggio di formazione! Un viaggio vero, non solo una metafora didattica.

Un viaggio aperto anche a tutti coloro che hanno responsabilità in merito alla gestione delle persone e/o passione per occuparsene. Lo faremo contando su un contesto, una cornice, che stimoli la voglia di andare avanti per altre cinque righe: un viaggio nel deserto! Deserto vero, da camminarci dentro, coi nostri piedi e la nostra testa (anche invertendo l’ordine, va bene lo stesso).

E’ il deserto! Luogo dove più facile, profonda ed intensa è la riflessione. Ed anche la condivisione. Luogo di contemporanee solitudini e solidarietà. Luogo eremitico e generatore di grandi idee. Non sarà impegnativo in termini di denaro, di certo costa meno che andare alla Bocconi, ma vi impegnerà sul piano fisico e psicologico (anche qui l’ordine può essere capovolto) e soprattutto sarà necessario negoziare il tempo necessario con la vostra organizzazione. Ma i “formatori” (1) non dovrebbero aiutare le stesse a sfidare le routine, le cristallizzazioni… non dovrebbero combattere la “cultura degli alibi” come la chiama Julio Velasco (trovate il file su You Tube)?

Primo alibi: non si può star fuori così tanto. Non si può? (trascinate per qualche secondo la “ò” finale in forma interrogativa). E allora provate a ritagliarvi una settimana, 8 giorni pieni (da domenica a domenica(2)) con solo zaino e pedule, saccopelo e tante idee per la testa da discutersi la sera attorno al fuoco, dopo chilometri di sabbia e litri di sudore.

Secondo alibi: non c’ho fisico! No problem: i chilometri saranno “umani”, cioè quelli che deciderete di fare al ritmo lento dei cammelli, la velocità più indicata per “pensare” come afferma anche Marco Aime (3) e i litri di sudore dipenderanno dalla temperatura stagionale; comunque, potrete riempire la borraccia (fondamentale!) in itinere.

(1) – si annettono alla categoria tutti coloro che in qualche modo, con varie denominazioni, provenienze professionali e origini culturali, si occupano (o vorrebbero occuparsi) di “persone” dentro le organizzazioni;
(2) – con volo diretto Venezia-Tunisi/Tunisi-Venezia
(3) – M. Aime: Sensi di viaggio, Ponte alle Grazie, 2005, pag.90. Quanto ai cammelli, essi in realtà sono dromedari ma qui raramente li si appella correttamente “dromadaires”; quasi sempre sono “chameaux” e noi…ci si adegua!

Terzo alibi: mancano gli obiettivi, i contenuti, le modalità organizzative, i costi e il quando… insomma tutte quelle cose che di solito fan parte della locandina promozionale di una qualsiasi offerta formativa.

Tuttavia, dal momento che se siete arrivati fin qui (le dieci righe sono molto più in su di questa) avrete certamente capito che questa non è una solita proposta formativa, e dunque non vi aspetterete neanche una solita struttura descrittiva dell’esperienza. E allora, partiamo dal valore economico, così vi togliete un pensiero e vi vien più voglia di continuare la lettura: forse non dovrete neppure rompere il maialino dei risparmi (se deciderete di farvi un regalo) oppure potrete andare tranquilli dall’ufficiale pagatore della vs azienda certi di non chiedergli un occhio della testa (gli occhi, i vostri, invece, dovrete tenerli bene aperti perché saranno essenziali per l’esperienza da fare).

Allora, tutto compreso, volo A/R da Venezia su Tunisi + volo interno Tunisi-Tozeur-Tunisi (4), trasferimento a Douz (5) (non con i lenti treni di Battiato); 2 pernottamenti in hotel e 5 in tenda (fornite dall’organizzazione!), colazioni, pranzi e cene al campo, cammelli al seguito (o voi al loro seguito, si accettano scommesse), guide locali + assicurazione sanitaria, tutto a 1.500,00 € (veramente tutto compreso…potete lasciare il portafoglio a casa!).

Per quali motivi partecipare?

 perché pensiamo che l’attuale situazione di crisi stia realmente facendoci capire (anche dolorosamente) il senso della frase udita subito dopo l’11 settembre che “niente sarà più come prima”, e un “viaggio” tra le sabbie aiuterà a familiarizzarci metaforicamente con l’inconoscibile dei nostri mercati, delle società liquide che si stanno spargendo in occidente e in oriente;

 perché il rischio che noi “professionisti del cambiamento” corriamo è quello di divenire giorno, dopo giorno, ripropositori di best practices inutili e quindi inutili noi stessi (con qualche conseguenza professional-esistenziale);

 per costruire un legame più profondo da mantenere al ritorno, quando gli impegni nella nostra organizzazione possono farci prendere le distanze: il deserto rende vivo il monito di Saint-Exupèry: “come sei lontano” “lontano da dove?”

(4) – E’ anche possibile organizzare le partenze da Bologna, Milano o Roma, verificando la compatibilità di orari e coincidenze con il volo interno per Tozeur.
(5) – Se qualcuno avesse timori per via della recente “rivoluzione dei gelsomini” assicuriamo che la situazione tunisina non presenta pericoli per l’incolumità dei visitatori; potete in ogni caso verificarla dal sito del Ministero per gli Affari Esteri e Unità di crisi: http://www.viaggiaresicuri.it/

Qualche cenno sullo svolgimento del viaggio

A parte le 2 giornate tra andare e tornare, avremo 6 giornate piene (molto piene!) in cui costruire l’esperienza, tutta autogestita nei ritmi e nella struttura dei compiti. Ci sarà un luogo da raggiungere in 3 giornate di cammino e altrettante per tornare, muovendoci al passo dei cammelli che portano i nostri bagagli (pochi) e quanto serve per i campi serali.

Dovremo allestire i campi, farci da mangiare con ciò che avremo acquistato al mercato prima della partenza e ciascuno, durante la marcia, ricoprirà ruoli funzionali all’efficacia della carovana, ruoli che ricopriremo a rotazione, tutti. La sera, dopo cena, apriremo l’aula di formazione “à la belle ètoile” e ci scambieremo pensieri, osservazioni e quanto avremo “raccolto” lungo il cammino. Lo diciamo subito: l’aula non dispone di lavagna luminosa per cui… spazio alla fantasia didattica.

Infine, importante: il gruppo sarà un piccolo gruppo! 8 o 10 partecipanti (più noi due). Il numero è definito da esigenze di… cammello!!! Non chiedeteci perché ma, essendo bizzarri animali (pur se simpatici), ci han posto tale limite! Adesso sapete quasi tutto quel che c’è da sapere; il resto fa parte di quell’indefinibile con cui conviviamo quotidianamente e che dovremmo saper controllare già benino, vista la materia di cui ci occupiamo.

Dobbiamo aggiungere un’ultima importante informazione: il viaggio si svolgerà in autunno, tra fine ottobre e la prima metà di novembre, periodo ottimale per il mix tra temperature ambientali (escursione tra 12° e 25°) e ore di luce disponibili (circa 11); il periodo esatto lo definiremo anche sentendo le vostre esigenze e preferenze. Vi chiediamo, però, di decidere la vostra adesione entro il 15 luglio, in modo che si possano prenotare i voli in anticipo (abbassando un po’ i costi); all’atto della conferma di partecipazione vi chiederemo una caparra pari al costo dei voli restituibile, in caso di forzata rinuncia, nei tempi e modi stabiliti dalle compagnie aeree. Il tutto a fronte di regolare fattura!

Da qui al momento dell’adesione siamo a vostra disposizione per chiarimenti relativi a tutti quei particolari che sarebbe lungo e noioso descrivere qui (abbigliamento consigliato, attrezzature cinefotografiche, farmacie personali, ecc). Al piacere di incontrarvi e di camminare con voi.

umberto@cambiamenti.it
matteo@matteomajer.it