E’ un momento di passaggio, si annusa la primavera nell’aria ma è solo un’impressione perché per la montagna è ancora lontana. Le mie galline però già da alcuni giorni, da quando la temperatura ha iniziato ad alzarsi un poco, mi regalano le prime uova; è sempre una piccola emozione raccoglierne uno tra la paglia.
Gran parte del mondo attuale, fondato all’insegna di PRODUCI CONSUMA E SPRECA, ha perso il valore del cibo, la preziosità anche di un solo uovo. “Occuparsi di cibo – sostiene Carlo Petrini di Slow Food – significa prendersi cura del pianeta e di tutti i viventi, significa occuparsi del bene comune e avere coscienza di appartenere a una rete.” “Non affronteremo la crisi con la rabbia, – continua – il mondo ne è già pieno, ma soprattutto con il sorriso.”
Sul mercato c’è un’eccessiva offerta di cibo a un prezzo troppo basso perché possa trattarsi di un prodotto di buona qualità e ciò si traduce poi nello spreco senza pensarci troppo e in costi sanitari futuri derivanti da una cattiva alimentazione. Ci sono alimenti che si mangiano e altri che si consumano attraverso i sensi e, per un utilizzo del cibo più consapevole, bisogna periodicamente mettere in discussione ciò che mangiamo e come lo mangiamo al fine di comprarne meno a vantaggio di una qualità migliore.
In uno dei preziosi Quaderni di Ontignano, Giannozzo Pucci sostiene: “Siamo ammalati di ricchismo, di opulenza e abbiamo venduto la nostra libertà per mille oggetti inutili, per corse, sospetti e sprechi: una piramide di cartone pronta a crollare”.
“Trasformate i rifiuti in fiori! – dice Thich Nath Hanh, monaco buddista e filosofo vietnamita, – chi coltiva un orto non si sogna di buttare via i rifiuti organici perché si trasformano in compost che a sua volta si trasforma in cetrioli, insalata e fiori”. Comprate meno e meglio!
Maia Beltrame