Qualcosa è cambiato: riflessione ai tempi del Coronavirus
di Lucia Cuffaro
Stiamo vivendo in una strana atmosfera, quasi ovattata.
Dobbiamo stare fermi, e con noi lo è anche un pensiero, quello che ci dovrebbe portare a immaginare il nostro Domani. Un pensiero immobile e in attesa.
Cosa faremo e cosa succederà nel nostro futuro prossimo?
Proviamo emozioni contrastanti tra la voglia di essere positivi, la preoccupazione e il desiderio di far sì che questo momento possa rappresentare qualcosa di significativo. Con un’unica certezza…
Qualcosa è cambiato.
Mentre siamo a casa, capendo come gestire al meglio una situazione del genere, dolorosa per tanti anche per le ricadute sul lavoro e sul senso di isolamento, una sensazione ci pervade: siamo e saremo diversi.
Davanti agli occhi abbiamo un sistema che si sta dimostrando molto più fragile di quanto si poteva prevedere. Un sistema economico basato sull’accumulazione e sullo spreco, che sfrutta ogni possibile risorsa di Madre Terra e mira a un obiettivo ben preciso: il profitto. E mentre lo fa, asfalta tutto ciò che trova come possibile impedimento.
Siamo nell’epoca dell’intensivo: economia intensiva, agricoltura intensiva, allevamenti intensivi, produzioni intensive, lavoro intensivo.
Il Pianeta e i suoi esseri viventi sono di conseguenza sempre più deboli: l’infertilità dei terreni e la diminuzione allarmante delle difese immunitarie degli esseri umani, sono due esempi legati l’uno all’altro da un destino poco felice.
Andrà ancora meglio se il nostro domani terrà ben presente tutto questo, attraverso una pianificazione mirata, da un punto di vista politico, economico e istituzionale e grazie a una riflessione profonda per il miglioramento personale del proprio impatto ambientale.
In questa quarantena sembra che ciò che è importante sia ancora più evidente rispetto a quello che è più futile. La comunità, la natura, le relazioni e sopratutto l’importanza di avere tempo di poter vivere tutto questo.
Quando si tornerà alla cosiddetta normalità, nulla sarà uguale e tutto sarà diverso.
Vogliamo creare reti vere, guardarci negli occhi e stringerci la mano, non immaginare relazioni virtuali a distanza, con un 5 G la cui non nocività è ancora tutta da dimostrare.
Possiamo essere connessi a tutti gli aperitivi in skype che vogliamo, ma nulla potrà mai sostituire il potere ancestrale di un abbraccio, reale.
Quando potremo riappropriarci di questo gesto, non abbracciamo solo i nostri cari, ma abbracciamo la terra per proteggerla, abbracciamo gli animali dando loro dignità di vita, abbracciamo il cielo e l’acqua cercando nuove tecnologie per vivere senza inquinare, abbracciamo chi è diverso da noi cercando bellezza nella differenza, abbracciamo i modelli produttivi etici e solidali, abbracciamo i piccoli, gli artigiani i contadini che difendono la terra e la tradizione, abbracciamo gli alberi che saranno abbattuti, abbracciamo i beni pubblici difendendoli, abbracciamo quella voce che abbiamo dentro, del bambino che nascendo guarda tutto con amore, rispetto, cura e stupore.
Qualcosa è cambiato.
Lucia Cuffaro, copresidente del Movimento per la Decrescita Felice