Un contributo di Nello De Padova, membro del Gruppo Tematico Economia&Decrescita (*)
Proseguendo nel solco tracciato con Francesco GESUALDI il gruppo Economia & Decrescita di MDF si è confrontato sulla Visione O&L con Marco CRAVIOLATTI, un attivista sindacale che da anni studia il mondo del lavoro ed in particolare il tema del “tempo dedicato al lavoro retribuito”. Studio che l’ha portato a pubblicare alcuni anni fa il libro “E la Borsa E la Vita: Distribuire e ridurre il tempo di lavoro: orizzonte di giustizia e benessere” nel quale espone con estrema chiarezza l’evoluzione storica di questa variabile mettendola in relazione in particolare con la retribuzione e la produttività, dimostrando come quest’ultima tenda sempre più spesso e sempre maggiormente a non andare a beneficio della retribuzione ma del profitto e, ben che vada, dei prezzi al consumo.
E dal suo punto di osservazione Marco ha analizzato i documenti prodotti dal gruppo, per poi fornire, in un incontro a distanza, numerosi ed interessanti spunti di riflessione di cui il gruppo farà tesoro per proseguire nella propria attività di studio.
Spunti che riassumiamo qui di seguito secondo il format che il gruppo ha scelto di utilizzare:
Opinione della lettura che la Visione O&L dà del ruolo e dell’importanza che sono attribuiti al Lavoro Retribuito nella società occidentale (con particolare riferimento all’Italia)
Marco ritiene che il lavoro retribuito debba continuare ad avere un ruolo centrale nella nostra società ma che ciò che deve cambiare è la quantità e, soprattutto, la qualità di questa attività.
Il lavoro è effettivamente tenuto troppo in considerazione nel mondo occidentale, ma come potrebbe essere altrimenti se i diritti dei lavoratori sono continuamente compressi e la disoccupazione non stenta a diminuire? Proprio per questo una battaglia per la riduzione dell’orario di lavoro, e “quasi” proporzionalmente del reddito (ovviamente solo per i redditi medio-alti) dovrebbe essere al centro dell’azione sindacale. Rivendicazioni di questo tipo non sono impossibili, ed in qualche caso sono state anche portate avanti con successo, ma la parte datoriale -ovviamente spaventata da una tale prospettiva- ha preteso, come condizione di accettazione della proposta, che non se ne desse pubblicità. Per evitare che l’esempio fosse imitato altrove!
E proprio perchè esempi di questo tipo non sono noti ed imitati ci troviamo invece di fronte a situazioni in cui chi lavora è costretto a farlo sempre di più mentre altri non riescono a lavorare neppure quel poco che servirebbe loro per sopravvivere.
Opinione circa l’idea che questo ruolo e questa importanza vadano ridimensionate
Il ridimensionamento è possibile proprio nella direzione proposta dalla Visione O&L che prevede un potenziamento e l’erogazione gratuita dei servizi di cittadinanza come precondizione per non dover dipendere dal reddito da lavoro per le necessità di base della nostra esistenza (salute, formazione, abitazione, ecc…). Ma culturalmente oramai siamo condizionati dall’idea che per ottenere servizi di qualità sia necessario che siano erogati, a pagamento, da soggetti privati. Soggetti che lo stesso nostro codice civile prevede che debbano avere come scopo primario il profitto (anche se poi la costituzione all’art. 41 dice tutt’altro [NdR]).
In questo senso il ruolo della politica e dello stato dovrebbe tornare ad essere centrale, anche attraverso un recupero dell’orientamento pubblico dell’economia, con lo stato principale attore nel decidere cosa e come produrre, con politiche industriali e dei servizi e anche con la gestione pubblica di molte attività oggi in mano ai privati.
Suggerimenti e stimoli circa alcuni degli elementi della Matrice Temi-Ambiti che sono stati particolarmente indagati da Marco CRAVIOLATTI
E di suggerimenti e stimoli Marco CRAVIOLATTI nella sua riflessione ne fornisce tantissimi (e come gruppo E&D gliene siamo particolarmente grati):
A proposito di quanto proposto dalla Visione per il Funzionamento delle istituzioni ed erogazione dei servizi pubblici la prospettiva di un “ecosocialismo libertario” in cui sia importante e spontaneo il contributo dei cittadini al funzionamento della comunità attraverso forme di volontariato organizzate in una sorta di “servizio civile universale”, è in teoria condivisibile, ma solo in teoria perchè la storia, specie quella recente, ha dimostrato come la propensione alla solidarietà (peraltro assai presente nella cultura italiana) e la disponibilità alla sussidiarietà sia stata utilizzata per accelerare il processo di smantellamento dei servizi pubblici.
Analogamente è rischiosa la proposta di un Reddito Universale Incondizionato (cioè di una somma di danaro mensile riconosciuta a tutti i cittadini di qualsiasi età e senza alcuna distinzione o condizionalità) che è ben accolto anche da chi vuol portare all’estremo il processo di mercificazione della vita. Meglio forse un vero Reddito di Cittadinanza (cioè una somma in danaro riconosciuta mensilmente a chi è in difficoltà economiche, presumibilmente temporanee) come strumento di sostegno al reddito e, soprattutto, di sottrazione del lavoratore dal ricatto occupazionale, proprio nella prospettiva di una minore dipendenza dal lavoro retribuito quale che sia.
Anche sul Sistema Fiscale la proposta è interessante ma ancora una volta collocabile in un futuro lontano, mentre un’azione più concreta e facilmente applicabile potrebbe essere quella di una tassazione differenziata in funzione delle ore di lavoro contrattuali con un minimo fra le 25 e le 30 ore settimanali e crescente sia per quelli con più ore che per quelli con troppe poche ore.
Per contro sarebbe bene estendere i diritti dei lavoratori impegnati nel lavoro di cura (legge 104, congedi parentali, congedi studio, ecc…), anche ad altre attività di impegno sociale e civile. Esistono nazioni in cui si ha diritto a lunghe aspettative retribuite anche solo per scrivere un libro!
Ovviamente tutto ciò è di difficile applicazione al di fuori del lavoro retribuito dove la prestazione non si misura in ore. Fattispecie purtroppo sempre più diffusa.
A proposito di Sistema Formativo è molto apprezzabile l’idea di reintrodurre le attività manuali ed il contatto con la natura. Per contro appare troppo ambiziosa, e comunque non coerente con l’attuale situazione, l’idea di una scuola pubblica che non si occupi di “professionalizzare” le nuove generazioni. Semmai occorrerebbe una profonda ed articolata analisi di quali professioni formare, evitando quelle inutili se non addirittura dannose e promuovendo quelle orientate a produzioni e sistemi economici più sostenibili socialmente ed ecologicamente. In questo senso la spinta sempre maggiore, anche in ambito formativo, verso le tecnologie, in particolare quelle informatiche e telematiche, rischia di incentivare il processo di isolamento e controllo cui sempre di più siamo tutti sottoposti e dei rischi che comporta, di cui forse ci stiamo rendendo conto grazie al lookdown.
Infine Marco ha sottolineato l’assenza di due importanti temi nella Visione O&L: quello del lavoro dei migranti e quello di genere. Il primo perchè la presenza in Italia di una grande disponibilità di manodopera straniera priva di diritti non può che comportare un deterioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti nei settori in cui è utilizzata (agricoltura, edilizia, assistenza ad anziani e malati, ecc…) anche per i lavoratori regolari.
In ultimo, ma non meno importante, il tema del genere che Marco esorta a considerare non tanto e solo in termini di diritti delle donne, quanto per la bellezza e la soddisfazione che può apportare l’impegno in attività tipicamente “femminili” anche al genere maschile. Un approccio questo che potrebbe rendere desiderabile in molti casi, anche per questi ultimi, un minore impegno nel lavoro retribuito a vantaggio di tempo da dedicare in attività di cura. Un approccio cioè che pone l’accento sull’idea che la decrescita sia felice.
Fin qui la sintesi del contributo di Marco CRAVIOLATTI alla Visione Occupazione & Lavoro del Movimento per la Decrescita Felice.
Per chi volesse approfondire è disponibile la videoregistrazione completa dell’incontro
(*) Gruppo Tematico Economia & Decrescita MDF
Il Gruppo Tematico è nato nel giugno 2015 allo scopo di affrontare il rapporto tra Decrescita ed Economia in modo sistematico, sia a livello microeconomico (proposte economiche in ambiti specifici) che a livello macroeconomico (definizione dei parametri che possono caratterizzare uno scenario economico con un impatto ecologico sostenibile).
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