Nel contesto della 10° Conferenza Internazionale della Decrescita (co-organizzata dal Support Group of the International Degrowth Conferences e dalla European Society for Ecological Economics, ha avuto luogo presso l’Università di VIGO grazie al lavoro di progettazione, coordinamento, gestione e supporto logistico del team del Post-Growth Innovation Lab diretto dal prof. Mario PANSERA) tenutasi a Pontevedra si è discusso con diversi partiti politici spagnoli (a livello locale e nazionale) e con i sindacati, di politiche di decrescita. Certamente le interpretazioni di che cosa ciò possa significare concretamente varia ma colpisce come nessuno dei rappresentanti di partiti (di sinistra) presenti abbia problemi a identificarsi con il termine e i contenuti della decrescita, anzi ci si è interrogati seriamente sul termine. Ben diverso da quanto è successo in Italia ad Aprile 2024 alla conferenza Beyond Growth alla Camera dei Deputati in cui gli esponenti dei vari partiti invitati non si sono sbilanciati.
A seguire alcuni spunti significativi che abbiamo raccolto da parte di politici spagnoli presenti alla Conferenza Internazionale della Decrescita a Pontevedra
Hugo Abad Frías (Equo) ha parlato di politiche come servizi pubblici universali, reddito di base, transizione agroecologica, limitazione a infrastrutture e grande opere inutili, educazione socio-ecologica, assemblea climatiche.
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“la questione non è se la decrescita è fattibile ma come e chi decide, come decidere sulla riduzione della disponibilità di risorse che è già un fatto e come la distribuzione di queste risorse viene gestita, per esempio la disponibilità, dell’acqua (…) acqua per campi da golf o per una vera transizione agroecologica (…) una gestione giusta come decrescita di questo processo è necessaria con una pianificazione democratica delle risorse, l’alternativa è l’ecofascismo”, Eva García Sempere (Izquierda Unida)
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José Francisco Hila Vargas (PSOE) dice che ci sono molte differenze territoriali in Spagna, lui è delle Baleari dove nel partito socialista si è discusso di decrescita: “è un vantaggio essere delle isole, i limiti ci sono, sono evidenti” e dice “o la transizione energetica è giusta o non ci sarà”. “Nelle Baleari abbiamo fatto delle politiche di decrescita, abbiamo vietato l’affitto turistico di appartamenti e la costruzione di nuovi hotel” “c’è la sensazione trasversale che con più successo turistico, più crescita economica si vive peggio perché si sono persi gli spazi pubblici”, questo ha permesso di fare un dibattito sulla decrescita. Aggiunge che il problema è che in linea generale stiamo retrocedendo con una destra forte che non concorda neanche sulle basi della realtà della crisi climatica. Questo, secondo lui, è uno degli ostacoli principali e serve una forte pedagogia per contrastarlo.
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Carme da Silva (BNG), di Pontevedra: “la decarbonizzazione che si sta portando avanti a livello europeo e in Spagna è capitalismo dipinto di verde, non è una transizione giusta, per fare decrescita bisogna cambiare sistema economica profondamente”, sottolinea come i grandi impianti eolici che si stanno costruendo in Galicia non sono altro che estrattivismo verde. “Ci vuole controllo pubblico della transizione energetico”. “Al nostro territorio è assegnato il ruolo di fare eolico e eucalipto che entrambi distruggono il nostro territorio.” E a livello urbano: Pontevedra è una zona a basse emissioni in cui nessuna macchina entra – distinguendo invece per classe di emissioni come a Madrid (o a Milano) è una politica classista.
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Juan José de Blas Abad (Podemos): “Come Podemos siamo d’accordo con la decrescita, bisogna superare il sistema capitalista e estrattivista, serve un nuovo sistema economico che fa davvero transizione giusta”, “in primis bisognerebbe fermare l’industria bellica” Racconta di una Spagna vuota (un po’ come le aree interne italiane) che non devono essere sfruttate per fornire risorse alle grandi città che invece soffrono di altri problemi come i costi troppo alti dell’abitare.
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Sergi Cot Cantalosella (CUP), consigliere comunale a Girona: “Concordo con tutto ma voglio stimolare il collega del PSOE (partito di governo) che va messa una marcia in più nelle politiche pubbliche. (…) Non bisogna sempre reinventare la ruota di nuovo a fare cose nuova, bisogna soprattutto anche smettere di fare mille cose inutili e dannose. Come CUP siamo molto connessi a lotte territoriali, come per esempio contro i giochi olimpici e l’estensione dell’aeroporto di Barcellona”. Racconta che come Città di Girona con Research and Degrowth hanno fatto un accordo per ripensare insieme (e con altri attori del territorio) le politiche e l’amministrazione della città in un’ottica di decrescita.
Tutte le informazioni ed ulteriori dettagli sono disponibili su: https://esee-degrowth2024.uvigo.gal/en/